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L'aria che tira, la rabbia dei ristoratori contro il Governo Draghi: "Andava meglio con Conte, ora ristori insufficienti"

Giorgia Peretti
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Il discorso in Senato di Mario Draghi del 24 marzo, risuona anche nello studio de L’Aria che Tira, l’approfondimento politico mattutino di La 7, condotto da Francesco Magnani in sostituzione di Myrta Merlino. Il neopresidente del Consiglio ha affrontato la delicata questione della riapertura delle attività per concedere ai cittadini maggior respiro. Una priorità che spetterebbe però in primo luogo alle scuole secondo le parole del premier, per consentire ai ragazzi una ripresa a pieno regime della didattica in presenza. Chi invece, continua a vedere posticipata la propria riapertura sono i negozianti e nella fattispecie i ristoratori, protagonisti del secondo blocco della puntata.

 

 

Una categoria fortemente danneggiata dalla crisi della pandemia, che li ha visti costretti a chiudere le proprie attività, alcuni momentaneamente i più fortunati, altri definitivamente. Ospite in collegamento un rappresentante della categoria, Alessandro Villamaina, ristoratore del Lazio che sta combattendo la propria lotta alla crisi cercando di sopravvivere investendo nel servizio d’asporto. “Noi siamo chiusi la sera da fine Ottobre, sono 5 mesi che non possiamo aprire la sera. L’ultimo ristoro è arrivato a novembre”. Poi la delusione in merito allo stanziamento dei sostegni promessi dal governo Draghi: “L’ultimo decreto sostegni approvato due giorni fa, sarà neanche lontanamente avvicinabile al ristoro di novembre erogato dal precedente governo”.

 

 

Il conduttore evidentemente turbato chiede spiegazioni: "Lei ci sta dicendo che i ristori stanziati dal governo Conte erano più generosi rispetto ai sostegni che arriveranno con il governo Draghi?”. "Assolutamente , a conti fatti il ristoro che arriverà, quando arriverà, non sarà avvicinabile neanche lontanamente a quello ottenuto” risponde il ristoratore. In merito alla dinamica con cui vengono erogati gli indennizzi del nuovo governo interviene anche Gianluca Timpone, fiscalista e tributario, ospite in collegamento che spiega perché i sostegni di Draghi, che sarebbero dovuti essere ingenti rispetto a quelli del passato governo, in realtà sono di gran lunga più bassi: “Eliminando i famosi codici Ateco si è estesa la possibilità a tutti i detentori di Partita Iva di beneficiare di questi sostegni, il problema è che nel conteggio ora viene messo a raffronto l’intero calo di fatturato annuale, tra il 2020 e il 2019. Il risultato poi viene diviso per i dodici mesi effettuando una media mensile come riferimento e questo fa si che la quota mensile si abbassi di molto rispetto il calcolo mese per mese.”

Infine, il grido di denuncia del ristoratore Alessandro Villamaina: "Con un fatturato superiore al milione di euro, in tutto il 2020, ho 16 dipendenti, ho percepito 48mila euro di ristori. Solo di utenze mensili ho 3500 euro di spese. Sono strasicuro che la riapertura anche solo fino alle 18:00 slitterà a non prima del 3 maggio, non penso che nessuno si azzardi a riaprire prima. In questi cinque mesi a causa delle restrizioni tra zone rosse e zone arancioni siamo stati obbligati a restare chiusi tutto il giorno".

 

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