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Astrazeneca, Giorgio Palù avverte: "Ecco i soggetti che dovrebbero evitare il vaccino"

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Dopo il caso Astrazeneca gli italiani sono "più titubanti" nei confronti del vaccino. Il caso Astrazeneca ha imposto un parziale pit-stop ma nessuno nel governo pensa che Ema possa non ribadire il via libera al vaccino. Per questo un piano B a oggi non viene nemmeno preso in considerazione. Il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù, ospite nella puntata di Porta a Porta condotto da Bruno Vespa ha spiegato che "il rapporto rischi-benefici per il vaccino di Astrazeneca è nettamente a favore dei benefici" ma anche chiarito che si aspetta dall'Agenzia europea Ema una nota di avvertenza: "Perché se ci sono soggetti femminili che hanno avuto trombosi, bisognerà studiarli. Soprattutto le donne che prendono la pillola, che è un farmaco pro-trombotico o che hanno difetti della coagulazione. Una maggiore attenzione, cioè, per questi soggetti. Aspettiamo però che ci sia questa valutazione". 

Palù in fatto di rischi, gli stessi che hanno portato allo stop di AstraZeneca anche in Italia, non ha dubbi: "Gli eventi trombotici hanno un'incidenza bassa". Per ora "gli studi validativi" ci "tranquillizzano, ma ancor di più gli studi sul campo, con oltre 12 milioni di vaccinati nel Regno Unito e oltre 5 milioni in Europa che danno dati assolutamente rassicuranti". I timori non mancano però. D'altronde "sappiamo che non solo AstraZeneca - ha poi aggiunto - ma anche quelli Rna possono dare infiammazioni, un'insorgenza del fenomeno di aggregazione nel sangue, ma è un evento molto raro. Il nesso al momento è solo temporale e non causale. Attendiamo l'esito definitivo ora sugli studi". Sul blocco del lotto incriminato il presidente dell'Agenzia italiana ammette che "essere cautelativi è sempre prudente".

Intanto dopo la sospensione di Astrazeneca il vaccino fa più paura agli italiani. "Dopo gli ultimi accadimenti relativi ad Astrazeneca la percentuale dei dubbiosi è passata dal 15% al 20%", ha spiegato a LaPresse il sondaggista Antonio Noto. E non si parla di 'no vax' quanto di "quel gruppo di persone che dichiara di prendere in considerazione l'idea di vaccinarsi ma, allo stesso tempo, di voler attendere per vedere i primi risultati della campagna". Una maggiore titubanza degli italiani nell'aderire alla campagna vaccinale viene registrata pure da Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè. "Dopo la fiducia iniziale si sono accesi i dubbi - ha argomentato - fra quelli che si dichiaravano ansiosi di aderire alla campagna vaccinale circa il 10% ha invece tirato un po' il freno a mano".

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