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Maria Luisa Pellizzari, prima donna vice capo della polizia: è un momento difficile ma ce la faremo

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Padovana, 61 anni, 35 dei quali passati nelle fiamme oro, Maria Luisa Pellizzari è il nuovo vice capo della polizia, e la prima donna a ricoprire l’incarico. «Mi impegnerò con tutta me stessa», dice a LaPresse, poche ore dopo la nomina. «Le sfide più importanti non possono che essere la sicurezza dei nostri cittadini da tutti i punti di vista: da quello sanitario, alla convivenza civile, al contrasto alla criminalità, che anche in questo periodo non può indietreggiare». Il primo pensiero va alle difficoltà che attraversa il Paese alle prese con l’epidemia di Coronavirus: «È un momento difficile - dice - ma ne abbiamo passati anche in precedenza e ce la faremo sicuramente, questa volta come le altre».

Laureata in Giurisprudenza entra nella polizia nel 1985 e comincia con un incarico a Roma: lavora nella squadra mobile, nella Criminalpol, poi, dal 1992 passa alla Direzione investigativa antimafia, dove rimane per 9 anni prima di passare al Servizio centrale operativo e, nel 2013, alla vice direzione della Scuola superiore di polizia. È la prima donna a ricoprire l’incarico di vice capo della polizia e quando le si chiede dell’argomento ’parità di generè risponde ottimista: «Per fortuna su questo la polizia di Stato da tempo è lungimirante», ma non nasconde le difficoltà dell’inizio: «Che servisse più impegno da parte di una donna, per riuscire a fare carriera rispetto a un uomo, poteva essere vero quando sono entrata in polizia perché allora era una novità».

Era la metà degli Anni Ottanta, la legge del 1981, aveva aperto da poco la strada alle donne in polizia, dando loro pari possibilità di progressione in carriera rispetto ai colleghi: «All’epoca era difficile per noi donne rapportarci con un ambiente prevalentemente maschile - racconta -. Ma con il tempo ci siamo abituate e oggi è normale lavorare accanto: uomini e donne». «Ora sono molte le colleghe che assumono incarichi di vertice in polizia, e davvero mi sento di dire a tutte: ’Abbiate fiducia e coraggio. Perché l’impegno, la serietà e il lavoro, alla lunga vengono riconosciuti con pari dignità - conclude -. Spero che questo mio incarico aiuti anche le donne a crederci». 

 

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