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L'amore e Covid ai tempi del lockdown. Ma i virologi fanno sesso?

Antonio Siberia
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Fare l’amore o no? Qui la faccenda si ingrossa e non c’è - badate bene - nessuna allusione ironica in quel s’ingrossa. Da un lato abbiamo un virologo che invita a fare sesso tra conviventi, il che vista la cupezza del periodo che stiamo attraversando pare davvero un buon consiglio. Dall’altro lato, c’è un altro virologo che suggerisce invece di astenersi, anche tra conviventi. Nel dubbio i cittadini italiani si perdono ormai in una confusione amletica quotidiana perfino tra le lenzuola di famiglia: abbandonarsi a nove settimane e mezzo con la moglie, oppure arrendersi all’autoerotismo, magari indossando la mascherina? Siamo degli inguaribili ottimisti: sempre meglio la moglie, nonostante tutto.

 

Ma i virologi fanno sesso?
In una epoca di paura collettiva come quella che stiamo vivendo, parlare di sesso può distrarre. E vista la discussione tra gli scienziati sul tema del sesso in famiglia (vedere il paragrafo sopra) non si può fare a meno di porsi una domanda ineludibile e curiosa, che meriterebbe un approfondimento fino a risposta ottenuta: ma i virologi (e le virologhe) in questo periodo fanno l’amore, oppure no? Suggerirlo (il prima possibile) come tema di discussione per uno dei tanti talk tv della sera. 

La proverbiale linea del governo
Ieri il premier Giuseppe Conte ha annunciato: «Proteggere la salute per proteggere l’economia». Mai parole furono più proverbiali. Breve ripasso: «Quando c’è la salute c’è tutto». «Chi è sano non sa quanto è ricco». «Chi è sano è più di un sultano». «La salute è molto cara e chi può la ripara». Attenzione però, non è così semplice neppure coi proverbi. Qualche dubbio all’Esecutivo sul fronte della sua proverbiale strategia potrebbe infatti arrivare da alcuni motti eterodossi ma altrettanto popolari: «La salute senza ricchezza è mezzo male». «Quattrini e sanità si gode in ogni età». «Salute e ricchezza creano bellezza». Evidente in questi detti la sottolineatura anche dell’aspetto economico. Tra i dubbi proverbiali si avanza, però, almeno una pallida certezza: in caso di una decisione su chiusura palestre e ulteriori restrizioni agli sport amatoriali il Governo eviti la citazione del motto «mens sana in corpore sano».

 

Isteria e declino 
Il «Daily Mail», uno dei pochi giornali in Europa critici delle linee politiche di gestione del Covid-19 in gran parte del Vecchio Continente, Gran Bretagna compresa, ieri titolava in prima pagina: «It’s Covid Hysteria». Insomma, isteria da coronavirus. Stesso termine, isteria, usato dal professor Giorgio Palù, un virologo coi fiocchi, nella sua intervista al «Corriere della Sera»: «Chiudere tutto? No. Basta con l’isteria». Una parola, isteria, che spiega - senza bisogno di aggettivi - il declino oggi in corso della politica e delle nostre democrazie occidentali.

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