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Si chiude l'era Davigo, "pensionato" dal Csm. Ma il voto spacca la magistratura

Voleva restare nell'organo di autogoverno nonostante i raggiunti limiti di età. E finisce in polemica

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Pier Camillo Davigo non fa più parte del Csm. Il celebre magistrato del pool di Mani Pulite è stato infatti "pensionato" dai colleghi che hanno votato per la sua decadenza dall'organo di autodisciplina della magistratura dopo che il pm aveva raggiunto i limiti d'età per l'esercizio della professione.

Ma l'esito del voto non è stato scontato. Tredici voti a favore, 6 contrari e 5 astenuti: questa la spaccatura registrata nel plenum del Csm che ha detto sì alla decadenza di Piercamillo Davigo dalla carica di togato di Palazzo dei Marescialli, in conseguenza al suo pensionamento per raggiunti limiti di età da magistrato (domani compirà 70 anni). Davigo non ha preso parte alla riunione del plenum di questo pomeriggio.

A votare a favore della decadenza di Davigo, oltre al vicepresidente del Csm David Ermini, sono stati il primo presidente e il procuratore generale della Cassazione Pietro Curzio e Giovanni Salvi, il togato indipendente Di Matteo, i tre togati di Magistratura Indipendente, i due del gruppo di Unicost, i consiglieri laici Lanzi, Cerabona, Donati e Basile. Contrari, invece, i tre togati di Autonomia&Indipendenza (gruppo di cui fa parte Davigo) Ardita, Pepe e Marra, le togate di Area Chinaglia e Dal Moro e il laico M5s Gigliotti, mentre si sono astenuti i laici Benedetti (M5s) e Cavanna (Lega) e i togati di Area Cascini, Zaccaro e Suriano.

Polemico il commento dell'esponente di Fratelli d'Italia Daniela Santanché: "Davigo deve andare in pensione. Dopo anni deve abbandonare il campo dell’uso politico della giustizia. Adesso che tocca a lui chissà se vorrebbe quella proroga che tanto aveva osteggiato pochi anni fa per non favorire un collega di toga. Siamo oltre il grottesco. D’altra parte, ci si può aspettare qualcosa di diverso da chi vede tutti presunti colpevoli? Solo lui può andare a pranzi e cene con Palamara e far finta di non ascoltare i discorsi sulle nomine".

Davigo non ha potuto contare neanche sul voto del magistrato Nino Di Matteo: "La qualità di appartenente all’ordine giudiziario è imprescindibile per avere funzioni nell’autogoverno" ha detto in plenum il togato indipendente, annunciando che «con grande difficoltà umana, ma in piena coscienza», avrebbe votato a favore della decadenza di Piercamillo Davigo dal Csm.

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