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Coronavirus, i lavori per le terapie intensive mai partiti. Il Domani: "I soldi c'erano, il commissario Arcuri non ha speso un euro"

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C’erano i soldi, e pure i piani operativi. Ma sul rafforzamento delle terapie intensive Arcuri non ha fatto nulla. E' l'accusa del Domani che scrive: "A luglio le regioni hanno presentato i piani per rafforzare gli ospedali, Speranza ci ha messo tutta l'estate ad approvarli. I soldi c'erano - si legge - ma il commissario Arcuri non ha ancora speso un euro". Il decreto Rilancio di questa primavera aveva infatti stanziato nuovi fondi: i posti in più previsti sono 5.612 in terapia intensiva e 4.225 in terapia subintensiva. 

Le regioni hanno presentato le loro richieste entro luglio, ma il ministero della Salute ha tardato a dare risposta. La pubblicazione del bando o l’affidamento diretto spettava poi al commissario Domenico Arcuri che ha fatto una gara lampo, di tre giorni, dal 9 al 12 ottobre. "I lavori dovranno partire a fine mese. Iniziare ora che la pandemia sta tornando - scrive Il Domani - significherebbe chiudere interi reparti oppure spostare i pazienti ricoverati in stanze recuperate in extremis".

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