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C'è il Covid? Scuola chiusa. Il rientro in classe è a rischio

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A due settimane dalla prima riapertura delle scuole, il ministero dell'Istruzione e l'Iss rincorrono e smentiscono fake news, in attesa del responso del Cts, che si avrà in due riunioni. La prima domani, 19 agosto, sul distanziamento e il protocollo da adottare in caso di contagio, la seconda il 29, per stabilire, in base all'andamento epidemiologico, se si dovrà imporre l'obbligo di mascherina nelle classi.

Il Comitato lima il documento sulle linee guida prima di discuterlo e diffonderlo. Il nodo principale è la gestione di eventuali casi di positività. Resta ferma, viene spiegato, la necessità di rispettare la distanza di un metro dalle rime buccali e l'utilizzo della mascherina nelle parti comuni degli istituti. Da questo partirebbe la stesura del testo che comunque resta aperta a ulteriori modifiche, dopo la nuova riunione del 29. Altro punto dolente, sul quale si è consumato lo scontro con i presidi, è comunicare l'arrivo dei banchi singoli. Per il Cts, in caso di ritardi si può prevedere una "situazione ponte" e di breve durata, durante la quale gli alunni potrebbero sfruttare gli spazi esterni degli istituti o le delle tensostrutture e, solo in casi "residuali" - spiegano - l'utilizzo della mascherina in classe.

Per fare chiarezza nella confusione di questi giorni, il ministero dell'Istruzione e l'Iss smentiscono una notizia che circolava in rete e tra le chat, secondo la quale ai genitori non sarebbe stato permesso di prelevare i propri figli, in caso di sospetto contagio, e che questi sarebbero stati affidati all'autorità sanitaria: "Niente di più falso, ovviamente", chiarisce il dicastero. Il Protocollo di sicurezza prevede invece che si debba provvedere quanto prima possibile 'al ritorno al proprio domicilio' e ad attivare i necessari protocolli sanitari per la sicurezza di tutti. Stesso chiarimento fornito dall'Istituto superiore di Sanità, che assicura che il documento con le indicazioni per la gestione di casi e focolai negli istituti è in preparazione e verrà reso pubblico nelle prossime ore. In ogni caso, precisa "è la figura del genitore che è chiamata a gestire tutti i percorsi". Il testo firmato con i sindacati il 6 agosto prevede che, se un insegnante, un operatore Ata o uno studente manifestano i sintomi del Covid, la persona dev'essere isolata, dotata di mascherina e portata in un locale designato. Se si tratta di uno studente, si informano i genitori, che dovranno portarlo a casa e contattare il medico di famiglia, mentre il dirigente scolastico avvertirà il responsabile della Asl per far scattare il protocollo di sicurezza: saranno contattati tutti i compagni e, in caso di positività, la quarantena riguarderà la classe. Ma in caso di focolaio si pensa alla chiusura dell’intero istituto.

Intanto, per tranquillizzare le famiglie, il ministero della Salute sta studiando la possibilità di effettuare dei test rapidi simili a quelli che si somministrano negli aeroporti per chi è di rientro dai Paesi a rischio. Al momento, però, il protocollo prevede l'utilizzo dei classici tamponi. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, continua a ribadire che la scuola riaprirà in sicurezza per proteggere dai contagi i ragazzi: "Tranne casi eccezionali, i giovani resistono tantissimo al contagio. Loro però possono portare il virus a casa ed è per questo che dobbiamo prestare la massima attenzione. La scuola ripartirà, aspettiamo il comitato tecnico scientifico per le ultime indicazioni". Parla solo di "chiusure temporanee", nel caso in cui in una classe qualcuno risultasse positivo.

Sileri concorda con i presidi a proposito dello sgravio della responsabilità penale per i dirigenti scolastici, in caso di alunni o dipendenti contagiati: "Si farà né più né meno di quello che si è fatto con la responsabilità del personale sanitario che combatte il Covid in corsia", assicura. "Stiamo affrontando una situazione unica, non può esserci responsabilità per il singolo".

In una lettera scritta il 12 agosto, la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina chiede aiuto anche agli enti locali, perché mettano a disposizione gli spazi per distribuire gli studenti. Un "ultimo ma importante e decisivo sforzo a collaborare con i dirigenti scolastici e con gli uffici scolastici regionali nell'ambito dei Tavoli regionali e a definire gli eventuali ulteriori fabbisogni o a segnalare le difficoltà nell'ambito della procedura che sarà attivata nei prossimi giorni per l'assegnazione delle risorse aggiuntive stanziate con l'ultimo decreto Legge per gli affitti di immobili o per il noleggio e l'acquisto di strutture modulari".

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