A Cassino una crisi politica della Madonna
Neanche l'eccelsa quanto fantasiosa penna di Giovannino Guareschi sarebbe stata in grado di dar vita ad uno spaccato politico-religioso tanto contorto. Eppure a Cassino, amena cittadina del basso Lazio, c'è riuscito il sindaco. Enzo Salera, primo cittadino a un anno eletto nelle fila del Partito Democratico, in meno di un mese è riuscito, con una delibera prima approvata e poi annullata, a mettere l'uno contro l'altro, in una competizione virtuale, due titani della Spiritualità: San Benedetto da Norcia e la Santissima Maria Assunta in Cielo, entrambi patroni di Cassino.
La disputa ha avuto inizio dopo che alcuni parroci hanno scritto al vescovo monsignor Gerardo Antonazzo e al sindaco affinché venisse avviato l'iter di elezione di Cassino a Città di Maria (Civitas Mariae), concedendo dunque la cittadinanza onoraria alla madre di tutti i Santi. Il 15 agosto, nella comunità ai piedi del monastero benedettino, la Santa compatrona viene acclamata a fuor di popolo e portata in processione. L'amore filiale dei cassinati verso la Santissima Madonna dell'Assunta scaturisce dalle tante miracolose vicende legate alle epidemie del Colera e della Malaria che durante la guerra hanno piegato ulteriormente un popolo già profondamente segnato dai bombardamenti. Qui l'elevazione a «città di Maria» avrebbe dovuto essere un ulteriore gesto di devozione.
Nessuno, soprattutto i parroci e il vescovo, avrebbe potuto immaginare il putiferio scaturito a seguito della delibera di approvazione. Sono scesi in campo persino i dormienti-credenti che, dopo lo scandalo Vittorelli, che ha portato l'abbazia di Montecassino agli onori della cronaca mondiale, erano improvvisamente spariti. Sui social si è scatenata la gara tra tifosi: da una parte gli ultrà Benedettini, dall'altra quelli a sostegno della Madonna. Sono stati scomodati storici, intellettuali e persino le tv nazionali. Niente e nessuno è riuscito a placare gli animi. Una situazione divenuta ingestibile e che ha costretto il sindaco ad annullare la prima delibera.
«Come amministrazione non potevano non prendere atto del clima di pesante ostilità che si è generato a seguito dell'iniziativa e per questo non potevamo non assumere conseguenti determinazioni - scrive il sindaco Salera in una lettera inviata ai parroci della cittadina laziale -. La proclamazione di Cassino a "Civitas Mariae", a questo punto, dato il clima di scontro in atto, sarebbe a nostro avviso un gesto non opportuno e per questo siamo costretti a revocare la precedente delibera». A ridare un equilibrio a questa kafkiana vicenda potrebbe essere la Santa Sede. Il Nunzio Apostolico, infatti, per nome e per conto del Santo Padre, ha chiesto di poter visionare la documentazione inerente la richiesta di elevazione e le delibere. La decisione sembra essere stata già presa ma verrà resa nota solo il 14 agosto, quando il vescovo Antonazzo, nel corso dell'Incoronazione, renderà noto il contenuto della Bolla.
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