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Per l'Ornellaia è sempre una Vendemmia d'Artista

Paolo Zappitelli
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Se è vero che l’abito non fa il monaco, stavolta si può fare una piccola eccezione: è il caso dell’Ornellaia 2019 che anche quest’anno presenta una serie di bottiglie «impreziosite» dal lavoro di due artisti internazionali - Nathalie Djurberg e Hans Berg - e che saranno vendute per un’asta benefica a favore della Fondazione Solomon R. Guggenheim a sostegno del programma innovativo «Mind's Eye». La nuova annata è stata presentata nei giorni scorsi nella sede della cantina a Bolgheri e sarà in vendita dal primo aprile, mentre l’asta si svolgerà online dal 5 al 19 ottobre.
Come ogni anno in azienda hanno cercato una parola «chiave» per definire l’annata ed è stata scelta «Vigore». «Quando assaggiavo il vino - spiega l’enologo Axel Heinz - pensavo a quale vocabolo usare. Ed è sempre più difficile perché ne abbiamo già usati tanti da abbinare a questo progetto "Vendemmia d’artista". Poi gli assaggi ne hanno svelato piano piano il carattere» «Il 2019 - prosegue - non è stato un anno di sfida come altre volte, c’è stata una raccolta molto veloce, iniziata il 7 settembre e terminata a fine mese. Il vino si è rivelato molto "succoso", chiaro, netto. È potente ma controllato. E per definirlo ci è venuto l’abbinamento con "Vigore"».
Come con le altre 37 vendemmie di Ornellaia è difficile trovare difetti a un vino che, negli anni, si è affermato in tutto il mondo. Il 2019 ha un colore molto lucente con un naso che colpisce subito con note balsamiche e di frutto scuro. Elegante e austero è un vino che non eccede nella parte della maturazione, equilibrato da una bella freschezza e con una sapidità finale che però è estremamente elegante e mai invadente.
Per quanto riguarda le bottiglie che andranno all’asta, gli artisti scelti hanno incentrato il loro lavoro sul tema della metamorfosi, sulla ciclicità della natura e sulla sua trasformazione, nonché sul rapporto tra l'uomo e la terra. Concetti espressi in un progetto che evolve dal design pensato per le etichette da 750 ml e da 3 litri alle sculture dei grandi formati, quelli da 6 litri e 9 litri.
«Il dito, rappresentato in etichetta 750ml, che lascia l'impronta sulla terra - spiega l’enologo - ben raffigura il vino che riempie di curiosità, di voglia di farsi conoscere poco alla volta ma lasciando poi un segno tangibile in chi si sofferma a degustarlo. Così, da ritrovare nel calice, quell’energia che la natura dona alle piante e agli uomini, ma soprattutto al territorio che si esprime come linfa: la linfa vitale de “Il Vigore”».
 

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