Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Recovery: Brunetta, 'Pnrr diventi appropriazione collettiva, è momento di sognare insieme'

default_image

  • a
  • a
  • a

Roma, 9 lug. (Adnkronos) - "Occorre che la congiuntura resti positiva, che il Pnrr metta i piedi per terra, diventi sogno collettivo, appropriazione collettiva dell'intero Paese, di famiglie e imprese. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è altro che un contratto: soldi in cambio di riforme. Con i soldi bisogna produrre efficienza, felicità, giustizia sociale. Bisogna fare un blend tra pubblico e privato, cambiando lo Stato, la burocrazia, il modo di relazionarsi della burocrazia nei confronti dei cittadini. Lo stiamo facendo. Dopo dieci anni di letargo, ‘sangue sudore e lacrime', blocco della contrattazione, dalla crisi del 2008 a oggi, questo è il momento in cui ci sentiamo di respirare e di sognare. Tutti insieme". Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo in videocollegamento al 50° Convegno Nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria.

"Mi piacerebbe avere in autunno - sottolinea Brunetta - un momento di riflessione nelle sedi universitarie di tutta Italia, in cui si discuta del Pnrr, dei progetti legati ai territori. Un momento in cui si raccontino le riforme e la congiuntura: semplificazioni, capitale umano da immettere nella Pa per farla diventare più smart, enorme quantità di risorse cui aggiungere altre risorse grazie agli spiriti animali del mercato. Se lo Stato è forte, il mercato deve essere altrettanto forte. E devono fare sintesi: da socialista liberale, sogno un Paese più giusto, più libero, che non lasci nessuno indietro".

I partiti torneranno alle loro lotte? "noi non dobbiamo aver paura della democrazia, della fine della legislatura, dei cicli elettorali. La democrazia è il sale del capitalismo e della giustizia sociale. Io credo che se il governo Draghi salverà l'Italia, nulla poi sarà più come prima. Se riusciremo ad approvare circa 40 riforme in cinque anni, con questa credibilità, questa forza, questa reputazione, davvero pensate che la cultura dei partiti, la loro dialettica, rimarrà la stessa? Io credo di no. Sono in modalità zen", aggiunge.

Dai blog