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Immobili: Rubin (Josas), 'In Italia cresce crowdfunding fra progetti e ottimi rendimenti'

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Roma, 10 giu.(Labitalia) - In Italia è iniziata l'era del crowdfunding immobiliare, una modalità di investimento già da tempo utilizzata negli Stati Uniti e Regno Unito, accessibile anche a chi ha medie o alte capacità di spesa. L'utilizzo del real estate crowdfunding è al passo coi tempi e in grado di aiutare diversi investitori piccoli e medi ad avere rendite maggiori e più tutelate, oltre ad avvicinarsi in maniera innovativa al mercato dell'immobiliare. Ne è convinto Raffaele Rubin, founder di Josas, società specializzata nell'immobiliare commerciale su Roma, Milano e altre grandi città italiane.

Oggi Josas vanta un attivo di decine di aperture per importanti catene e brand, in Italia e all'estero: “Il crowdfunding, -dice Rubin- per chi ha voglia di investire in ambito immobiliare, è in generale uno strumento assolutamente efficace e professionale, che un periodo così drammatico come quello dell'emergenza da coronavirus ha contribuito a renderlo ancora più autorevole e sicuro. Si tratta, inoltre, di un metodo che risponde benissimo alle nuove necessità di innovazione e transizione digitale e che permette di aumentare la platea degli investitori che possono partecipare a operazioni immobiliari finora riservate solo a soggetti con disponibilità di ampi patrimoni”, prosegue.

Nonostante i diversi benefici, nessun settore è perfetto o privo di rischi: “Si tratta sempre di investimenti a cui sono legati sia la soddisfazione dei guadagni che i rischi delle perdite; occorre perciò informarsi bene ed essere perfettamente consapevoli delle regole del gioco - aggiunge Rubin - anche un progetto di business solido può avere dei problemi – conclude - e in caso di investimenti di tipo lending si potrebbe andare incontro a ritardi nel pagamento degli interessi, mentre per quanto riguarda l'equity potrebbe volerci diverso tempo prima di riuscire a vedere i frutti della cifra investita”.

Sono comunque in aumento interventi ed iniziative con questa formula di finanziamento per l'edificazione di nuove strutture. E' della scorsa settimana un'operazione di real estate crowdfunding “buy to sell” (costruzione per la vendita), con obiettivo del raggiungimento di minimo 400mila euro per la realizzazione di 5 appartamenti “smart” a Milano presso la Barona, tra le zone residenziali più verdi del capoluogo lombardo. La situazione del comparto è positiva e in crescita e un report sul crowdinvesting, realizzato dall'Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, ha rilevato che nel 2020 i progetti finanziati hanno raccolto 48,7 milioni di euro (+185% rispetto al periodo precedente) di cui 19,5 milioni di euro dalle piattaforme equity e 29,2 milioni di euro dai portali lending.

Con questa modalità di finanziamento il bene immobile non viene destinato all'uso da parte degli stessi investitori, ma sfruttato per generare un rendimento costante grazie all'affitto (lending) o al fine di ottenere una plusvalenza che deriva dalla futura vendita dello stesso immobile (buy to sell) rivalorizzato nel tempo.

I punti a favore dello strumento finanziario sono la facilità dell'operazione, che si realizza principalmente su piattaforme informatiche, e la possibilità di investire cifre tutto sommato contenute (su alcune piattaforme il gettone minimo non supera i 100 euro) ottenendo in cambio un alto rendimento. A tutto ciò si aggiungono ulteriori vantaggi: da un lato l'opportunità di un finanziamento senza vincolarsi alle esigenze di una banca e, dall'altro, una via utile ed efficace per diversificare il proprio portfolio di investimenti.

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