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Conte, il Pd (e ora Draghi) si sono pappati il M5s divorato e pure contento

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Franco Bechis
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In bocca al Mario Draghi ci sonno finiti ancora con un minimo di resistenza, ma era ormai il loro destino. Ma è da un anno e mezzo che il M5s e i suoi iscritti o elettori sono finiti dietro a vari pifferai di Hamelin che li hanno portati passo dopo passo alla rovina. Ora per baciare il drago c'è voluto in campo anche Beppe Grillo, che in un video ha trattato tutti i militanti davvero da scemi, vendendo loro la storiella del premier incaricato più grillino di tutti loro.

 

E soprattutto la favoletta del nuovo ministero promesso: quello della transizione ecologica che nel giro di poche ore è diventato la bandiera da sventolare per tutti i portavoce, anche quelli che erano più ostili al nuovo governo: “Straordinaria idea avuta dal nostro fondatore”. Ecco si può essere presi in giro in mille ed è lecito pure abbozzare in certi momenti in cui evidentemente la ragione di Stato prevale. Ma anche crederci, quello proprio no se si è dotati di un minimo di cervello. Chi era al potere dal 2018 ad oggi? Chi esprimeva il presidente del Consiglio? Chi ha scritto e presentato in due versioni il Recovery Plan? Risposta: il M5s. Benedetti ragazzi, ma se proprio era così importante questo ministero, perché non avete chiesto a Giuseppe Conte un decreto per crearlo, visto che il ministero dell'Ambiente era guidato da un grillino come Sergio Costa e le deleghe da aggiungere venivano dal ministero dello sviluppo Economico, guidato da altro grillino come Stefano Patuanelli?

Già, Conte. E' stato il primo pifferaio che ha portato ad annegare il M5s. Li ha buttati fra le braccia del Pd cambiando ogni idea che aveva con il trasformismo straordinario che l'uomo ha mostrato. Ha cercato di impadronirsi del movimento, contribuendo non poco alla spallata che costrinse il capo politico Luigi Di Maio a farsi da parte lasciando l'incarico.

Povero Di Maio: da leader ha portato il M5s a trionfare nelle urne con percentuali che mai si era sognato. Da vicepremier ha realizzato in poco più di un anno gran parte del programma che era stato presentato agli elettori, lo si condivida o meno. Ma l'hanno sacrificato alla stella dell'opportunista nascente, Conte. Finché lui era una comparsa e Di Maio il leader, finché il governo era quello giallo verde il M5s ha fatto approvare il reddito di cittadinanza, la modifica al job act di Matteo Renzi (decreto dignità), la modifica della legge Fornero (quota 100), la spazzacorrotti con le nuove norme contro la prescrizione, la legge costituzionale per il taglio dei parlamentari etc... Tutte cose magari controvoglia votate da Matteo Salvini e dalla Lega, e avversate da tutti gli altri in Parlamento. Poi il nulla.

Quando si ruppe il Conte gialloverde i grillini insistevano sul salario minimo orario, con il Pd che apriva alle ipotesi. Fatto il governo insieme hanno dovuto scordarselo. E da quando sono entrati in campo Conte bis e Pd, il M5s non ha più toccato palla. Li hanno fregati e manco se ne sono accorti (sì, c'era la pandemia. Ma per cinque mesi abbondanti no, e non hanno ottenuto nulla delle loro proposte). Hanno fatto da portatori prima di poltrone a quel Pd che chiaramente gli italiani con il loro voto 2018 avevano implorato di non vedere più a Palazzo Chigi e nei ministeri, e poi di voti per le loro cose e i loro comodi. E ora in bocca al Draghi che almeno li ha attesi senza prenderli per i fondelli come hanno fatto tutti gli altri...

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