Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Orge gay con i soldi di Palazzo Chigi, bufera sull'Unar: si dimette il direttore Spano

Forza Italia, Lega Nord, Fratelli dʼItalia e M5s annunciano unʼinterrogazione parlamentare. E la Boschi convoca il responsabile dell'Ufficio che poi lascia

Silvia Sfregola
  • a
  • a
  • a

Un giro di prostituzione gay finanziato con i fondi pubblici. L'inchiesta delle Iene ha scatenato la bufera sull'Unar, l'Ufficio antidiscriminazioni razziali del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio: nel pomeriggio il sottosegretario Maria Elena Boschi ha convocato immediatamente il direttore Francesco Spano che, qualche ora dopo l'incontro, ha annunciato le sue dimissioni.  Ad accendere i riflettori sul caso delle orge omosessuali pagate con i soldi di Palazzo Chigi è stata l'ultima puntata della nota trasmissione televisiva. Su segnalazione di un informatore le iene hanno scoperto che l'Ufficio del governo, che dovrebbe promuovere la parità tra i sessi e le razze elargendo contributi anche ad associazioni no profit terze, ha finanziato con 55 mila euro un circolo per la prostituzione gay con tanto di dark room. Nel servizio, realizzato da Filippo Roma, i fondi di Palazzo Chigi verrebbero usati da un'associazione non per promuovere attività culturali ma per circoli, centri massaggi e saune del mondo della prostituzione omosessuale. La polemica sul caso è esplosa immediatamente non solo fra i telespettatori ma anche fra deputati e senatori. Gli eletti del M5s hanno annunciato in commissione Affari sociali un'interrogazione parlamentare: "È necessario un chiarimento del governo, il sottosegretario Maria Elena Boschi deve dare immediate spiegazioni, anche al fine di chiarire se siano state compiute le opportune verifiche". Dal canto suo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, travolta dalle polemiche, nel pomeriggio ha convocato immediatamente a Palazzo Chigi il direttore dell'Unar Francesco Spano finito nell'occhio del ciclone e già intervistato nel servizio delle iene dove, davanti alle telecamere, ha spiegato di non sapere nulla e di voler fare chiarezza sulla questione. Poi qualche ora dopo la notizia delle dimissioni. "Chiediamo che l'Unar, il sedicente Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, venga chiuso oggi stesso" aveva scritto il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni in un lungo post dove annunciava un'interrogazione urgente al governo per chiedere la chiusura immediata dell'Ufficio e le dimissioni del suo direttore.  In serata la notizia del "licenziamento" del responsabile dell'Unar che, travolto dallo scandalo, ha lasciato poco dopo la convocazione a Palazzo Chigi. Secondo le testimonianze raccolte dalle Iene il responsabile dell'Unar era anche un tesserato dell'associazione finita dell'occhio del ciclone. Il passo indietro di Spano, si legge in una nota di Palazzo Chigi vuole "essere un segno di rispetto al ruolo e al lavoro che ha svolto e continua a svolgere l'Unar, istituito con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215, in recepimento alla direttiva comunitaria n. 2000/43 CE contro ogni forma di discriminazione". E ancora: "La Presidenza del Consiglio per quanto non si ravvisino violazioni della procedura prevista e d'accordo con il dottor Spano, disporrà la sospensione in autotutela del Bando di assegnazione oggetto dell'inchiesta giornalistica, per effettuare le ulteriori opportune verifiche. I relativi fondi, comunque, non sono stati ancora erogati".

Dai blog