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Gli statali battono i privati Hanno stipendi più alti del 23,4%

Ecco i dati dell''agenzia per la contrattazione del settore pubblico

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Nonostante il blocco dei contratti, i dipendenti della pubblica amministrazione continuano ad avere una busta paga superiore a quella dei privati. Secondo i dati dell'Aran, l'agenzia per la contrattazione del settore pubblico, gli assegni degli statali, nel 2014, sono più alti del 23,4% rispetto ai privati. Il divario tra i due settori è ampio anche se dal 2000 si è registrata una riduzione di 3,6 punti, per effetto del congelamento voluto dai governi che si sono succediti negli ultimi anni. Le retribuzioni dei dipendenti della pubblica amministrazioni lo scorso anno risultano del 38,3% più alte rispetto all'inizio del secolo, mentre nel settore privato gli assegni sono cresciuti del 42,3%. Negli anni del congelamento per il settore statale, nel comparto del lavoro privato il trend delle retribuzioni ha seguito il suo cammino, registrando un incremento del 5,3% negli ultimi 4 anni. La retribuzione lorda pro-capite degli statali, nel 2014, risulta pari a 34.286 euro, ma con rilevanti differenze a seconda delle amministrazioni di provenienza. I più ricchi sono i dipendenti degli enti di previdenza (con 44.199 euro), seguiti dagli amministratori locali (35.651 euro) e, per ultimi, i dipendenti delle amministrazioni centrali (33.003 euro). In quattordici anni gli stipendi nel settore previdenziale sono cresciuti del 40,8%; percentuali simili si registrano anche per le amministrazioni centrali (+40,1%), mentre nelle amministrazioni locali l'incremento è stato più contenuto (+36,2%). Nel settore privato la retribuzione media procapite nel 2014 è inferiore di 6.514 euro rispetto al pubblico, con un assegno annuo di 27.772 euro; dall'analisi delle diverse categorie emerge che i più pagati sono i lavoratori dell'industria in senso stretto (34.329 euro), seguiti dalle retribuzioni dei servizi vendibili (31.871 euro). Rispetto al 2000 si registra incrementi, rispettivamente, del 54,8% e del 34,9%. Il grosso degli oltre 3 milioni e 300 mila dipendenti pubblici si colloca in una fascia compresa tra i 2000 ed i 4500 euro. Anche secondo le ultime stime della Cgia di Mestre, i cedolini dei dipendenti pubblici, in media, sarebbero più ricchi di circa 2mila euro all'anno. Una recente valutazione del Sole 24 ore ha indicato che il blocco dei contratti sino a tutto il 2014 ha comportato per i dipendenti pubblici un sacrificio pari al 10,5% dell'attuale stipendio di riferimento, ed il costo salirà al 14,6% se la macchina dei contratti non dovesse ripartire sino al 2017. Alla luce di questi dati si capisce che il monte salari dei dipendenti pubblici pesa in maniera considerevole sui conti e quindi allo Stato conviene tirare la cinghia e procrastinare il rinnovo dei contratti. Dopo la spesa per le pensioni è l'uscita più consistente. Il risparmio ottenuto tra il 2010 ed il 2014 cumulando blocco degli aumenti e blocco del turn over ammonta infatti a circa 11,5 miliardi di euro e porta il costo complessivo del lavoro dipendente a quota 161,9 miliardi di euro (10,1% del Pil) rispetto ai 172 miliardi del 2010. Per sbloccare i contratti servono molte risorse, che però ora dopo la sentenza della Corte costituzionale il governo dovrà in qualche modo iniziare a reperire perché proseguire col blocco è illegittimo. Ogni punto di inflazione riconosciuto ai dipendenti pubblici vale all'incirca 1,5 miliardi e quindi una eventuale nuova tornata di rinnovi richiederebbe per questo ed i prossimi due anni uno stanziamento di partenza iniziale pari ad almeno 3-4 miliardi di euro se si considera che per quest'anno è prevista un'inflazione programmata pari allo 0,3% ma che poi già dall'anno prossimo salirà all'1% per poi crescere ancora nel 2017. Intanto il governo, tramite il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia, ha promesso l'avvio della contrattazione per il rinnovo dei contratti alla ripresa autunnale. Il cambio di marcia dell'Esecutivo è arrivato solo a seguito della pronuncia da parte della Consulta di considerare illegittimo il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici.

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