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Officine Alitalia fallite Il Qatar vuole gli hangar

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Il Gruppo Al Fardan "atterra" a Fiumicino

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Chiuse le officine Alitalia a Fiumicino. Erano state inaugurate nel 1961, con l'apertura dell'aeroporto. Lo storico stabilimento dove viene effettuata la revisione dei motori potrebbe ora passare in «mani arabe». Il Gruppo Al Fardan ha presentato nei giorni scorsi una manifestazione di interesse per rilevare Alitalia Maintenance Systems, la società che dal 2003 gestisce le officine. La holding con sede a Doha, in Qatar, è attiva nel settore bancario e delle costruzioni ma ha anche una divisione che si occupa di motori marini (dagli yacht alle grandi navi) e un'altra riservata all'automotive. L'arrivo della holding qatariota potrebbe essere l'ancora di salvezza per Ams dopo che, venerdì sera, il tribunale di Roma ha decretato il fallimento della società. I giudici avevano allungato i tempi del concordato preventivo in vista dell'ingresso della PanMed, gigante mediorientale fondatore tra l'altro della Banca di Giordania e con partecipazioni nelle compagnie aeree Air Jordan and Middle East Airlines. Il 5 dicembre 2014 aveva sottoscritto un protocollo con il Ministero dei Trasporti per investire 10 milioni di euro in Ams. Soldi che, però, non sono stati versati entro i termini fissati. È così entrata in campo la napoletana Atitech , di cui Alitalia detiene una quota del capitale e (sempre per Alitalia) si occupa della revisione dei velivoli per il corto e medio raggio nello scalo di Capodichino. A parole è interessata ad avere un polo per le manutenzioni anche al Leonardo da Vinci. Al momento, però, il progetto non ha fruttato risultati concreti. «Adesso tutti e 240 siamo in cassa integrazione e si rischia di disperdere un patrimonio e una professionalità uniche in Italia», spiega Fabio Ceccalupo, operaio e delegato Ugl. «Non ci sono altri impianti di questo livello nel nostro Paese. In passato eravamo in joint venture con Lufthansa Technik che, appunto, aveva riconosciuto l'elevata qualità del lavoro che facciamo qui». E adesso? Con le officine chiuse, se un velivolo ha un problema «occorrerà attendere le squadre che arrivano dall'estero, aumentando i costi per l'azienda e i disagi per i passeggeri che vedranno cancellato il volo». L'alternativa è inviare i jet a Zurigo, dove ci sono gli hangar di SR Technics, che lavora per Etihad, proprietaria del 49% di Alitalia. Sedici sono i motori in attesa di riparazioni e revisione al Leonaro da Vinci. Sei sono nello stabilimento di Ams, dove ieri sono andati per un primo sopralluogo i curatori fallimentari nominati dal tribunale: Federica Marziale e Paolo Carbone. Gli altri sono nell'hangar Avio 3 della compagnia e vengono sorvegliati a vista da vigilantes. «Temono che li sabotiamo - protestano gli operai che issano striscioni davanti alle officine ferme - Noi vogliamo solo lavorare».

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