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Accorsi: il mio Marconi uno scienziato che non sottostà al potere

Roma, 7 mag. (askanews) - Offre un ritratto inedito dello scienziato "Marconi, l'uomo che ha connesso il mondo", la miniserie interpretata da Stefano Accorsi in onda il 20 e 21 maggio in prima serata su Rai1. La fiction diretta da diretta Lucio Pellegrini si focalizza in particolare sull'ultimo anno della sua vita, il 1937, quando lo scienziato, inventore della radio, imprenditore di successo, divide la sua vita tra il suo laboratorio e il panfilo Elettra.

"E' un uomo che ha un talento innato incredibile, una fede nella scienza assoluta, l'idea che la scienza serva a connettere le persone e i popoli e non a fare guerre e a distruggerli, un uomo che per la gran parte della sua vita, nel momento in cui riesce a fare la sua prima trasmissione senza fili transoceanica diventa uno dei più importanti e famosi del mondo. Nel momento in cui il potere inizia a esercitare pressione su di lui è la parte più complessa della sua esistenza".

Sono gli anni in cui la sua incrollabile fede nella scienza come strumento di progresso si scontra con lo scenario internazionale pre-guerra, quando si incrina il suo rapporto con Mussolini che vorrebbe indirizzare le sue scoperte e quelle di altri scienziati italiani verso la creazione di un'arma segreta, "il raggio della morte". Da qui nasce l'aspetto che trasforma la serie anche in una spy-story. Alla domanda quale sia la modernità dell'uomo che inventò la radio Accorsi risponde: "Diceva: 'andremo in giro con delle scatolette con le quali potremo comunicare nei due sensi', quindi questa sua grande visionarietà e il fatto di essere una figura istituzionale, ma il fatto di non essersi mai adagiato su questo ruolo. Ha continuato ad avere quella grande curiosità e quella grande passione per la scienza che ha animato tutta la sua vita, fino all'ultimo".

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