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La pandemia vero banco di prova per la prima sindaca di Bogotà

Roma, 3 ago. (askanews) - Claudia Lopez, prima sindaca di Bogotà, aveva da poco iniziato il suo mandato, promettendo un cambio di corso dai passati governi, quando la peggiore crisi dal 1948 ha colpito la capitale colombiana, e l'unica donna alla guida di una delle più grandi città sudamericane ha dovuto concentrare ogni sforzo nel combattere la pandemia di coronavirus.

Nelle immagini la vediamo intenta a parlare con i residenti o con gli operatori sanitari mentre cammina nel distretto di Ciudad Bolivar, duramente colpito dal Covid-19.

"Questo sarà un anno molto duro, un anno in cui dovremo affrontare il rischio di morte per la pandemia tutto l'anno. Ci sarà disoccupazione, l'economia cadrà, la povertà aumenterà. Sarà un anno molto duro, molto duro in tutti i sensi", ha avvertito la sindaca, 50 anni.

Con i suoi 8 milioni di abitanti, Bogotà è stato l'epicentro dell'emergenza del paese, con il 34% dei 300.000 contagi che si sono registrati qui. Ma lei ricorda:

"La morte della mia gente mi angoscia, che la pandemia si scateni su di noi. Città molto più ricche delle nostre, con molti più soldi, con molte più unità di terapia intensiva sono finite aprendo fosse comuni in parchi per seppellire i morti".

"Credo che sia un'opportunità, un'opportunità per cambiare le abitudini di vita e focalizzarci sulle politiche sociali, per soddisfare il contratto sociale di cui una città come Bogotà ha bisogno, per costruire il sistema sanitario di cui hanno bisogno le donne", aggiunge.

Lopez ha rotto più di uno schema per divenire la prima sindaca di Bogotà il 1 gennaio 2020. Dichiaratamente omosessuale, oppositrice del governo conservatore e con una rimarchevole formazione accademica, l'8 marzo scorso le donne l'hanno abbracciata per strada, dicendole quanto erano orgogliose di avere la loro prima "alcaldesa" e di volere fare la storia assieme a lei.

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