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La città in tasca con Twingo elettrica

Simone Vitta
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Ne abbiamo già parlato dell’ultima uscita ad emissioni «0» della Renault, la Twingo elettrica ed oggi vi raccontiamo le nostre impressioni di guida. La motorizzazione, anche se depotenziata, l’ha ereditata dalla sorella maggiore, la Zoe, come anche uno dei suoi fiori all’occhiello, il caricatore Camaleon, che la mette in grado di ricaricare dappertutto. Qui sorge la prima domanda triller, per un’elettrica: l’autonomia. I dati della casa, parlano di 190 km in extraurbano e 270 in città. D’altronde, è risaputo che le elettriche, quando si stacca il piede dall’acceleratore, ricaricano, quindi in città l’autonomia sale. Parliamo di Cv, 82, con 160 Nm di coppia, immediatamente disponibili. Ora saliamo a bordo. L’auto è rumorizzata (ci sono tre sound), per non sorprendere pedoni alle spalle, ma a bordo c’è il silenzio più assoluto. Se si schiaccia sull’acceleratore, non in modalità Eco, l’auto schizza via decisa ed anche l’assetto è più che discreto, grazie al pacco batterie, posizionato sotto i sedili, che bilancia l’auto. La leva del cambio serve solo a selezionare le tre modalità di ricarica, che rallentano l’auto di più o di meno e ti consentono di guidare, praticamente, senza freni. Levi il piede dall’acceleratore e l’auto si ferma. In città, noi abbiamo fatto 250 km ed avevamo ancora due tacche di batteria. Con tutti gli incentivi si porta a casa con 11.500 euro. Davvero non male. 

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