Coni, 8 candidati alla presidenza. Giovedì il voto per il dopo Malagò
Otto candidati, tutti uomini, per un posto: quello di presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. La corsa al Coni fa sempre gola, ma mai come questa volta perché all’orizzonte ci sono due edizioni dei Giochi olimpici in Italia, entrambe invernali: quella di Milano Cortina 2026 e di Dolomiti Valtellina, giovanile per under 18, nel 2028. A conferma che la corsa per diventare l’inquilino di Palazzo H è molto ambita è il numero dei candidati, 8 appunto, mai avvenuto nella storia del Coni. Il numero massimo era stato di sei, nel 2001, quando venne rieletto Gianni Petrucci (ora numero 1 del basket), ma i votanti 24 anni fa erano 210 per effetto della prima legge Melandri. L’appuntamento per eleggere il “dopo-Giovanni Malagò” – è rimasto in carica per 12 anni, tre mandati pieni e non più ricandidabile in base all’attuale normativa – è per le ore 10 di giovedì. La sede? Iconica: il nuovo palazzetto polifunzionale al Centro di Preparazione Olimpica a Roma, intitolato al più longevo presidente del Coni, Giulio Onesti, che rimase in carica dal 1946 al 1978. Per il resto è caccia all’ultimo voto, fino all’ingresso nel conclave. Si dice sarà decisiva la notte antecedente al voto. I grandi elettori sono 80 – tra essi anche i membri Cio, Malagò, Federica Pellegrini e Ivo Ferriani – e per essere eletti presidente servono almeno 41 voti. In caso contrario si andrà avanti: alla seconda e terza votazione il presidente verrà eletto a maggioranza assoluta dei presenti, alla quarta sarà eletto chi ha il numero maggiore dei voti. In caso di ulteriore parità, verrà dichiarato presidente il candidato più anziano di età. Non andranno al voto tre federazioni: due commissariate (Tiro a segno e Aci) e una per assenza del Decreto del Presidente della Repubblica (Aeroclub). Seguendo l’ordine alfabetico, ecco chi sono gli otto che si sono candidati a guidare lo sport italiano fino ad almeno le Olimpiadi di Los Angeles 2028
Duccio Bartalucci, 73 anni, modenese di nascita, romano d’adozione, è stato per tanti anni commissario tecnico dell’equitazione italiana e ora lo è della Colombia. Lo scorso anno è stato sconfitto alle presidenziali della Fise. È stato azzurro, nei primi anni ’80 ha preso parte a un Mondiale e a un Europeo.
Luciano Buonfiglio, 74 anni, napoletano, dal 2005 è presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak e dal 2013 al 2018 è stato vicepresidente del Coni durante il primo mandato di Malagò. È stato azzurro per 36 volte (dal 1968 al 1980) e nel 1976 è arrivato fino ai ripescaggi nei 1000 metri K-4 alle Olimpiadi di Montreal.
Franco Carraro, 85 anni, padovano di nascita ma anche milanese e infine romano, è in assoluto il dirigente italiano più famoso nella geopolitica sportiva mondiale. Nel curriculum vitae di Carraro c’è davvero tutto: ministro, senatore, sindaco di Roma, giovane presidente dell’A.C. Milan, tre volte numero uno della Federcalcio, membro onorario del Cio, vicepresidente dell’ex Alitalia, membro di svariati consigli di amministrazione, capo dell’organizzazione dei Mondiali di Italia ’90. È stato azzurro dello sci nautico (11 titoli italiani individuali, tre europei individuali e tre a squadre). Dal 1978 al 1987 è stato presidente del Coni, ma le sue tre legislature non sono state “piene”, quadriennali, e per questo si è potuto ricandidare. La sua candidatura, presentata a poche ore dalla scadenza dei termini, è stata accompagnata da una memoria legale sulla sua eleggibilità.
Mauro Checcoli, 82 anni, bolognese, ingegnere, forte di due ori olimpici nella stessa edizione, Tokyo ’64 (concorso completo individuale e a squadre nell’equitazione), da dirigente ha un passato di presidente del Coni bolognese dal 1978 al 1988, della federazione sport equestri dal 1988 al 1996, e nel 2019 era tra i candidati alla presidenza di Sport e Salute.
Pierluigi Giancamilli, 64 anni, romano, consigliere ed ex vicepresidente del pentathlon moderno.
Carlo Iannelli, toscano, avvocato, si batte per la verità e la giustizia sulla morte del figlio Giovanni, morto nel 2019 a 22 anni durante una corsa ciclistica. Da dirigente sportivo è stato membro della giunta del Coni toscano e vicepresidente della Federciclismo toscana.
Giuseppe Macchiarola, 71 anni, pugliese, medico sportivo delle squadre nazionali di boxe per 16 anni, presidente del Coni provinciale di Foggia, consigliere della Federboxe e pochi mesi fa candidato presidente (sconfitto) della stessa Fpi.
Luca Pancalli, 61 anni, romano, da tre decenni anima e motore dello sport paralimpico in Italia. È presidente dimissionario del Comitato Italiano Paralimpico. Dopo Carraro ha il curriculum dirigenziale più corposo. È stato due volte vicepresidente del Coni (2004-2008 e 2008-2012) e anche segretario generale del Comitato Paralimpico Europeo. Fa parte delle “100 leggende dello sport”. È stato commissario straordinario della Federcalcio. Azzurrino del pentathlon moderno, nel giugno del 1981 a Vienna ha riportato un grave incidente durante la frazione di equitazione, riportando la lesione spinale e paralisi degli arti inferiori. È stato nuotatore paralimpico: ai Giochi, dal 1984 al 1992, ha vinto otto ori.
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto