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Fischi dei napoletani a Francesco Valdiserri e cori dei romanisti: ecco il rapporto Figc

Alessandro Austini
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Roma-Napoli non è stata solo una partita. Le due tifoserie si sono sfidate a distanza, il finale è stato incandescente sul campo e ora spetta al Giudice Sportivo stabilire le eventuali conseguenze. Oltre al lavoro non semplice degli arbitri per tenere a bada i giocatori e le due panchine, i quattro ispettori federali presenti all'Olimpico hanno compilato un dettagliato rapporto sui comportamenti dei tifosi sugli spalti. 

La scintilla è scattata durante il momento di ricordo che la Roma ha dedicato a Francesco Valdiserri, il 18enne investito sul marciapiede e morto mercoledì scorso sulla Via Cristoforo Colombo. Mentre i maxischermi dello stadio proiettavano l'immagine del ragazzo, tra gli applausi e la commozione dei tifosi romanisti, dal settore ospiti sono partiti dei fischi, segnalati dagli ispettori della procura Figc. In risposta è partito dalla Curva Sud il "solito" coro contro i napoletani: "O Vesuvio lavali col fuoco". Lo stesso motivetto - considerato da anni dagli organi di giustizia sportiva un comportamento di "denigrazione e insulto territoriale", sanzionato in passato con squalifiche dei settori degli stadi e più di recente con delle multe - è stato ascoltato dagli 007 federali verso la fine del primo tempo e trascritto sul rapporto, attribuendolo di nuovo alla Curva Sud. Gli ispettori hanno segnalato i settori specifici da cui sarebbe partiti i cori dei romanisti e il numero orientativo di persone che li avrebbero cantati.

 

Nella relazione non si fa invece menzione del fatto che quel "lavali col fuoco" sia stato intonato anche dai tifosi napoletani presenti nel settore a loro dedicato. Sì, ormai da mesi i napoletani cantano provocatoriamente la stessa canzone che viene dedicata loro dalle curve avversarie, ma per la giustizia sportiva questo non sembra avere alcuna rilevanza. 

Nessun altro coro della Curva Sud è stato segnalato dagli ispettori, che hanno invece annotato nel loro rapporto l'utilizzo di una luce laser puntata sul volto del portiere del Napoli Meret, verso la fine della gara. Inoltre, nella relazione non si fa riferimento al principio di rissa scattato a fine partita sul campo, che ha portato all’espulsione del preparatore atletico della Roma Stefano Rapetti e a uno scontro tra l'arbitro Irrati e Karsdorp. In questo caso il Giudice Sportivo dovrà quindi basarsi solo sul referto del direttore di gara e dei suoi collaboratori.

 

Le decisioni sono attese per domani, c'è apprensione tra i tifosi romanisti visto che sulla Curva Sud pende una diffida dopo i cori razzisti cantati nella scorsa stagione durante Roma-Milan e il prossimo match in casa sarà il derby del 6 novembre. Ma va ricordato che la "denigrazione territoriale" è ora ritenuta dalla giustizia sportiva una violazione diversa e meno grave rispetto alla "discriminazione razziale". Sembra quindi difficile che il Giudice possa decretare la chiusura di un turno della Curva Sud, applicando la pena sospesa per un anno che scadrà il prossimo 2 novembre. È più probabile che possa scattare una multa per la Roma come avvenuto la settimana scorsa, dopo che i tifosi giallorossi presenti nel settore ospiti di Marassi intonarono, anche in quella circostanza, il coro contro i napoletani.

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