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Champions, Juve vince 2-1 ma è fuori: CR7 non basta, Lione ai quarti

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Questa volta non basta neanche l'alieno Cristiano Ronaldo per salvare la Juventus dall'ennesima amarezza europea. E, probabilmente Maurizio Sarri dall'esonero. Una doppietta di CR7 piega il Lione, ma a far festa sono i francesi grazie al gol segnato in avvio da Depay su rigore e – soprattutto – al prezioso successo per 1-0 dell'andata. Ancora una volta la fragilità difensiva, vero tallone d'Achille in questa stagione, risulta fatale alla Vecchia Signora. Che si è ritrovata 'corta' (l'ingresso dell'Under23 al posto di un generoso Dybala nel finale ne è la dimostrazione) proprio nella partita più importante dell'anno. E anche questo, a bocce ferme, andrà analizzato. La fotografia del match – e della gestione Sarri – sta nell'assalto finale dei bianconeri: arrembanti ma senza idee, volenterosi ma confusi, disperati più che organizzati. Non certo quello che si aspettava la dirigenza la scorsa estate quando ha puntato sull'ex comandante del Napoli.

Il primo tempo, al netto dei due rigori contestati e a dir poco generosi, scivola via senza grossi scossoni. Il piano gara della Juve si sfalda dopo neanche un quarto d'ora, perché Zwayer vede un contatto in area su Aouar (probabilmente di Bernardeschi) prima di una scivolata, irruente ma sul pallone, di Bentancur. Depay dal dischetto si fa beffe di Szczesny con uno scavetto. A quel punto, a maggior ragione, il Lione fa quello che gli riesce meglio: difendersi con ordine, in un 3-5-2 che spesso e volentieri diventa 5-3-2 in fase di non possesso. Rudi Garcia, che dall'Italia ha imparato l'arte del sapersi organizzare, blocca le corsie esterne e ingabbia Cristiano Ronaldo. I padroni di casa fanno tanto possesso ma, come più volte accaduto nel corso dell'anno, non riescono a essere incisivi negli ultimi venti metri. Pjanic è l'ombra di se stesso, Cuadrado è impreciso, Bernardeschi - a parte una percussione sulla linea di fondo – impalpabile. Higuain aiuta poco (e a sua volta non viene aiutato). Alla Juve non resta così che aggrapparsi alla stella di Cristiano, che sfiora il pari di testa prima e su punizione poi. Alla terza occasione fa centro, perché nel frattempo Zwayer ha fatto il pari dei rigori generosi concessi punendo un tocco con il braccio, aderente al petto, di Depay sulla punizione di Pjanic. CR7 firma il suo 130° in Champions League e soprattutto l'1-1 sul crepuscolo del primo tempo. Che ridà vigore alle speranze dei bianconeri.

Nella ripresa il Lione si abbassa pericolosamente di minuto in minuto, la Juve prende coraggio e sembra avere un po' di fiato in più. Anche se le idee restano confuse. Tocca così all'extraterrestre di Madeira mettersi ancora una volta in proprio. Una sua gemma, da fuori area e da posizione defilata, piega i guantoni di Lopes ma finisce con l'illudere la Juve. Perché Cristiano sostanzialmente è solo: come accaduto l'anno scorso contro Atletico e Ajax, c'è soltanto il suo nome sul tabellino nelle gare a eliminazione diretta. Perché Bonucci e il solito CR7 di testa sprecano. E l'assalto finale, poco lucido (con un Dybala dentro e fuori nel giro di un quarto d'ora per il riacutizzarsi del problema della vigilia) costa l'eliminazione. E una serie di processi in un agosto che si preannuncia rovente alla Continassa.

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