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Maurizio Sarri fa infuriare le Poste. Così litigano sugli esami

Carlo Antini
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«Se non volevo essere sotto esame facevo domanda alle Poste...Questo è un lavoro fatto così, soprattutto alla Juve. Mi sembra tutto ampiamente nella normalità, dopo un risultato negativo ci sono delle ripercussioni all'esterno ma all'interno la valutazione è che siamo in linea con quello che ci eravamo detti, siamo in corsa su tutti i fronti». Così Maurizio Sarri in conferenza stampa sulle voci che riguardano il suo futuro. «L'incontro con Agnelli? Questa cena si doveva fare dopo la Fiorentina ma per impegni di entrambi è stata rimandata di una settimana. Fa parte di una programmazione normale, il presidente lo vedo spesso, ogni tanto ci fermiamo a cena, lui dice per farmi conoscere i migliori ristoranti di Torino, non parla della singola partita o del singolo periodo ma nella globalità».  Per approfondire leggi anche: Sarri avverte la sua Juve In merito alla dichiarazione di Maurizio Sarri, Poste Italiane «invita il signor Sarri a dedicare qualche minuto del suo prezioso tempo per informarsi che Poste è la più grande azienda del Paese, che viene scelta dai giovani laureati come tra le aziende più attrattive in cui lavorare, che è riconosciuta tra le prime 500 aziende al mondo per qualità della vita lavorativa, che ha realizzato tra le migliori performance di borsa nel 2019 e che si colloca al terzo posto, a livello mondiale, tra le aziende italiane per immagine e reputazione» si legge in una nota. «Gli esami dunque - contrariamente a quanto sostiene Sarri - alle Poste ci sono eccome e l'azienda ne risponde ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni. Lo aspettiamo per constatare di persona il nostro lavoro quotidiano, in una delle nostre 15 mila sedi operative».

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