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Calcio e autismo, partita del cuore a Fondi

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Sport per l'inclusione. In campo oggi pomeriggio allo stadio Purificato

Maria Grazia Coletti
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Partita di calcio del cuore per la Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo. Cosa c'è di meglio dello sport per aiutare le persone a capire cos'è l'autismo e chi sono questi ragazzi? Ecco perché mamme, associazioni sportive e di professionisti hanno organizzato una serie di eventi. Si comincia oggi pomeriggio, 2 aprile con partite di calcio inclusive. Appuntamento alle ore 15 allo stadio Domenico Purificato di Fondi con piccoli calciatori e genitori. In campo l'allenamento solidale "Calcio&Autismo", che vuole rappresentare una riflessione su bambini con disturbi del neurosviluppo e sport, che ha come concetto cardine l'inclusione.  Venerdì 5 aprile la cena solidale per raccolta fondi per finanziare progetti estivi a favore di bambini con disabilità presso Accordion Ricevimenti (via Ponte Gagliardo, Fondi, ore 20).  "Finiremo domenica con i nostri ragazzi - spiegano le mamme - che accompagnano la prima squadra in campo e i giocatori avranno segni blu sul viso. Saranno presenti anche le istituzioni locali". "Il Fondi Calcio è qui per colorare di blu il calcio - ha detto  la società sportiva - siamo qui ad informarvi su una preziosa collaborazione nata con l'associazione di promozione sociale LiberaMENTE, che si occupa di bambini con disordini del neurosviluppo (autismo, disturbi del comportamento, del linguaggio,...) e opera sul nostro territorio. La società ha deciso di aderire a quest'iniziativa perché, come già ampiamente dimostrato, oltre all'insegnamento della pratica sportiva è molto attenta a quello che è l'aspetto educativo e di sensibilizzazione che ruota attorno al mondo dei nostri bambini e ragazzi.  L'autismo è una problematica dello sviluppo che dura tutta la vita, influisce molto sullo sviluppo del bambino e, anche per lui, il praticare regolarmente un'attività fisica può portare enormi benefici sul proprio benessere psicofisico e importanti miglioramenti nel funzionamento comportamentale". E poi il cuore delle mamme con il messaggio a non aver paura dell'autismo. "Non voglio spiegare cos'è l'autismo perché non sono medico e non voglio nemmeno parlare dei sacrifici perché tutti i genitori ne fanno per i propri figli ma voglio soffermarmi sulla CONSAPEVOLEZZA sull'autismo - ha detto Maria Gemma Di Trocchio, mamma di Francesco -. CONSAPEVOLEZZA cioè essere a conoscenza, essere informati, sapere e non aver paura dell'autismo. A chi pensa che i bambini/i ragazzi autistici siano malati, dico no! Non lo sono anzi sono sani, intelligenti, sensibili e consapevoli del loro disturbo che non li limita. Vogliono far parte della società, vogliono amici, vogliono vivere sereni e indipendenti, vogliono essere accettati. La consapevolezza - continua Maria Gemma - parte da noi genitori, parenti e amici, non abbiate timore a dire "È AUTISTICO" perché noi non siamo con loro 24h/24h, fanno parte di una comunità che deve saper accoglierli e integrarli. Fanno parte di una squadra, e colgo spunto da questo campo di calcio, dove i nostri ragazzi sono giocatori, 1 tra gli 11. Una squadra non esiste se ci sono solo attaccanti o solo difensori ma ogni ruolo è importante e ognuno ha il suo ruolo, dove è più portato e dove può dare maggior supporto al gioco di squadra. Quindi se tutta la comunità, se ognuno di noi prende coscienza, può aiutare, può accoglierli e soprattutto può non spaventarsi nei momenti di crisi dei ragazzi ma tendergli la mano. Noi genitori abbiamo il dovere di parlarne, di informare e di non vergognarci perché il bene dei nostri figli è il sapere che loro esistano. Abbattiamo i muri dell'ignoranza - conclude l'appello la Di Trocchio -, facciamo in modo che tutti possano vedere le loro capacità e non il loro problema, i loro traguardi e non i loro insuccessi, ma soprattutto si possa vedere la persona e non il disturbo. Partiamo da qui, da questo bellissimo gruppo, tutti insieme senza distinzione a dare calci al pallone, perché forse mio figlio non farà gol, ma potrà passare la palla decisiva, potrà rallentare in avversario ma soprattutto potrà giocare la partita con i suoi amici, con la sicurezza che lo aiuteranno, anche se un adulto ( mamma, mister, maestro) non c'è. Concludo ringraziando tutti voi che oggi siete qui, le istituzioni e il sindaco De Meo, sempre pronto ad ascoltare, l'associazione Liberamente, terapisti con la passione di mettersi sempre in gioco, e la società sportiva Fondi Calcio; da cui vorrei che tutti noi prendessimo esempio nella rinascita, nel non perdere ciò che è stato costruito con sacrificio ma andando avanti unendo le forze, la passione e il cuore. Quindi uniamoci e accogliamo i nostri ragazzi perché loro non vogliono altro che essere ACCETTATI, CAPITI, AMATI non solo 1 giorno all'anno. Grazie".

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