Becker, Edberg e Lendl La sfida non finisce mai
I tre grandi di nuovo in campo da allenatori Djokovic, Federer e Murray li hanno scelti
«Credo che ci sia stata una generazione che ha davvero cambiato il tennis. Il gioco che abbiamo messo in mostra negli anni '80 non è così diverso da quello di oggi». Parole di Boris Becker, ex numero 1 del mondo e nuovo allenatore di Novak Djokovic. «Bum Bum» va ad aggiungersi a Ivan Lendl, attuale coach di Andy Murray e, probabilmente, a Stefan Edberg, che dovrebbe annunciare a breve il proprio matrimonio sportivo con Roger Federer. Becker, Lendl ed Eberg, tre straordinari campioni del passato, vincitori nel complesso di ben 20 titoli del Grande Slam, tre talenti diversi, con caratteri estrememante differenti. Ivan Lendl, classe 1960, ha conquistato in carriera otto tornei dello Slam (2 Australian Open, 3 Roland Garros e 3 Us Open), senza mai riuscire a trionfare a Wimbledon, unico grande rimpianto della sua sfavillante carriera. Lendl è stato l'uomo dei record: ha vinto almeno un torneo l'anno per quattordici stagioni consecutive, dal 1980 al 1993, raggiungendo per undici annate ('81-'91) una finale Slam. Giocatore (e oggi allenatore) dal carattere ruvido, ostile a qualsivoglia esternazione di giubilo, è riuscito però a regalare al pubblico britannico la gioia del titolo a Wimbledon di Andy Murray, 77 anni dopo Fred Perry. Le prime parole del campione scozzese furono proprio rivolte, con affetto, al suo coach: «Questo titolo è dedicato al mio staff e in particolare al mio allenatore, Ivan Lendl, che qui non è mai riuscito a vincere, pur avendo giocato due finali». Chissà che non si sia ispirato a quella frase Novak Djokovic scegliendo Boris Becker, mai vincitore sulla terra di Parigi, per conquistare l'unico Slam che manca al serbo: il Roland Garros. È di pochi giorni fa l'ufficializzazione del connubio tra l'attuale numero 2 del mondo e «Bum Bum» Becker. «So che Novak è rimasto molto impressionato dall'accoppiata Lendl-Murray – ha spiegato il tedesco - e voleva fare qualcosa del genere. Quest'anno ha perso un paio di brutte partite in altrettante finali Slam. Nole è un vincente, vuole continuare a trionfare per entrare nei libri di storia. I risultati di Murray e Nadal hanno spostato un ingranaggio. È rimasto indietro di quel 5 o 10%. Gli è mancato qualcosa per qualche ragione e ha deciso di voler inserire nel suo team qualcuno che potesse autarlo, ed eccomi qui». Becker, nato a Leimen il 22 novembre del 1967, si rivelò al grande pubblico nel 1985, quando a 17 anni si impose a Wimbledon in finale su Kevin Curren. In carriera sono arrivati sei titoli Slam (2 Australian Open, 3 Wimbledon e 1 Us Open) e quattro finali perse, mentre a Parigi i risultati migliori furono le semifinali del 1987, 1989 e 1991. A Roma Becker disputò un grande torneo nel 1994, osannato dai tifosi italiani, salvo venir sconfitto dal miglior Pete Sampras di sempre visto su terra battuta. Chi al Foro Italico non giocò praticamente mai fu Stefan Edberg, che a giorni potrebbe ufficializzare l'accordo con Roger Federer. Lo svedese, però, si pentì di quella scelta nel 1996 («Avrei dovuto giocare più spesso qui»), quando nel suo ultimo anno nel circuito tornò a Roma scatenando la gioia degli appassionati che lo supportarono come fosse un tennista italiano. È ancora negli occhi di chi era presente il pianto a dirotto di Edberg, dopo la sconfitta con Krajicek, con il Centrale del Foro Italico tutto in piedi per tributare a quel grande campione una meritata standing ovation. Un fuoriclasse, lo svedese, nato a Vastervik il 19 gennaio 1966, capace di portare a casa sei titoli Slam (2 Australian Open, 2 Wimbledon e 2 Us Open) oltre a 42 tornei Atp. «Se fosse possibile sarei felice di allenare Federer – ha raccontato Edberg – Sono rimasto molto sorpreso dal fatto che Roger si sia rivolto a me perché è ormai da un po' di tempo che ho lasciato il tennis, ma la cosa mi lusinga. È un giocatore fantastico e sono sicuro che possa vincere ancora altri titoli del Grande Slam. Se cambierei qualcosa nel suo tennis? Ho delle idee, ma è presto per rivelarle». La moda dei campioni degli anni '80-'90 rispolverati come coach degli attuali Top-10 Atp non riguarda però solamente Lendl, Edberg e Becker: il connubio tra Wawrinka e Magnus Norman, ex numero 2 del mondo, proseguirà anche il prossimo anno dopo un 2013 di primissimo livello, mentre Gasquet ha scelto come nuovo allenatore Sergi Bruguera, vincitore di due Roland Garros nel 1993 e 1994. Murray-Lendl, Djokovic-Becker, Federer-Edberg: 56 titoli del Grande Slam. I tre grandi ex sono pronti a sfidarsi alla conquista di nuove vittorie, nuovi obiettivi, nuovi traguardi. Hanno dominato il circuito Atp per anni e vogliono tornare a farlo tramite i loro «allievi». Chi è un campione, d'altronde, lo è per sempre.
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