L'ultima corsa dell'ex eroe Di Luca
Già fermato nel 2009, l'abruzzese è stato trovato positivo lo scorso aprile
La procura antidoping del Coni ha deferito l'ormai ex ciclista Danilo Di Luca, chiedendone la squalifica a vita. Proprio come da regolamento: né più, né meno. Le regole nel ciclismo sono tanto semplici quanto ferree: allontanamento dall'attività per due anni in caso di prima positività ad un controllo antidoping e squalifica a vita in caso di recidività. Sarà quindi impossibile rivedere Danilo Di Luca, il Killer di Spoltore come era soprannominato nell'ambiente, ancora in sella ad una bicicletta durante una qualunque gara. Il corridore abruzzese è stato trovato positivo durante un controllo avvenuto pochi giorni prima della partenza del Giro d'Italia: ancora una volta Epo. La notizia è poi arrivata durante la corsa rosa, il tempo necessario per analizzare le provette: doveva essere il terzultimo giorno di gara, ma per i corridori si sarebbe poi trattato di un giorno di riposo non previsto, in quanto le condizioni meteo avevano costretto gli organizzatori ad annullare per neve la tappa da Ponte di Legno a Val Martello. Pochi minuti dopo l'ufficialità di questa decisione è arrivata anche la mazzata per i tanti appassionati di questo sport: Danilo Di Luca, che proprio sulle strade del Giro aveva conquistato la sua vittoria più prestigiosa vincendo la maglia rosa finale nel 2007, è stato trovato positivo all'antidoping. Ancora una volta: non bastava la sua positività all'Epo di seconda generazione, notizia che arrivò nell'inverno 2008 ma che risaliva a un controllo effettuato durante il Giro d'Italia da lui vinto. E anche se in quel caso fu assolto dalla procura, Di Luca non è potuto scappare dall'antidoping nel 2009, quando il suo piazzamento sul podio del Giro d'Italia fu cancellato per una positività rintracciata durante ben due controlli di quell'edizione della corsa rosa. Due anni di squalifica per lui, come da regolamento dell'Unione Ciclistica Internazionale, poi il rientro con la Katusha e il successivo passaggio, l'anno seguente, all'Acqua&Sapone. Tanti piazzamenti ma nessuna squadra disposta a dargli nuova fiducia dopo la chiusura del suo team. Pochi giorni prima della partenza della corsa rosa, però, la Vini Fantini lo mette sotto contratto, tornando così in gruppo per cercare di onorare il Giro, la gara che troppe volte ha disonorato. Ma non serve a nulla: Di Luca subisce un controllo antidoping poco prima di partire per Napoli, e durante la più importante corsa italiana arriva la doccia fredda. Di nuovo positivo. E stavolta non c'è ricorso che tenga. Si tratta di un corridore che ha vinto tanto in carriera, perché nel suo palmares figurano anche una Liegi-Bastogne-Liegi, una Freccia Vallone e un Giro di Lombardia. L'unica cosa che può essere di consolazione, se così vogliamo definirla, è che anche in questo caso il ciclismo ha dimostrato l'efficacia dei propri controlli antidoping: si tratta dello sport che ha fatto e continua a fare di più per sconfiggere gli imbroglioni, con continui controlli del sangue e delle urine. Adesso si attende solo la sentenza definitiva, per non rivedere mai più un bugiardo in sella ad una bici.
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto