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Domenico Latagliata TORINO L'espressione è tesa, anche se con il passare dei minuti spunta qualche sorriso.

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Lodeve fare perché Filippo Carobbio, suo giocatore l'anno scorso a Siena, nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscomesse ha rivelato al procuratore federale Palazzi e al pm Di Martino che «Conte sapeva della combine tra Novara e Siena». Nel caso in cui le dichiarazioni del pentito, considerato attendibile, fossero accertate, il tecnico bianconero potrebbe rischiare anche un anno di squalifica per omessa denuncia. Impossibile allora fare finta di nulla. «Ho poco da dire, ma devo farlo. C'è un'indagine - spiega Conte - e io sono molto sereno, fiducioso nelle istituzioni. A oggi, non sono stato chiamato da nessuno: quando mi chiameranno in causa, avrò il piacere di vedere queste persone e rispondere alle loro domande. Gli attacchi ci destabilizzano? Nemmeno per idea: triplicano la nostra forza, la cattiveria e la voglia di fare qualcosa di importante. Capita che dall'esterno arrivi di tutto e di più: fa parte del gioco, ma sono cose che triplicano la nostra determinazione». Calcio e non solo, questo è quanto. Anche se, a sei giornate dal termine e con la Juve davanti a tutti, sarebbe bello che eventi esterni non inquinassero l'atmosfera: «Pensiamo alla partita e basta - prosegue Conte - affrontiamo una squadra in buona condizione che, se becca la partita giusta, può fare male a chiunque. Siamo obbligati a vincere? Lo siamo sempre, Juve, Inter e Milan giocano solo per la vittoria. Arrivare a sei giornate dalla fine con la possibilità di coronare il nostro sogno è una cosa bella che ci rende orgogliosi. Lo scudetto è una guerra di nervi? Vince chi fa più punti, è molto semplice». C'è tempo per fare i complimenti a Luis Enrique («ha portato una nuova mentalità e la società lo ha sempre difeso, giustamente») e per elogiare anche un po' il proprio lavoro: «A questo punto della stagione ognuno ha i punti che si merita. Noi abbiamo viaggiato un po' più spediti della Roma ma, come dico sempre, vinca il migliore». Tutto qui? «Se vinciamo, meglio. Altrimenti, farò lo stesso i complimenti ai miei ragazzi per un'annata comunque straordinaria». Capitolo formazione, infine: Quagliarella ha accusato un problema all'adduttore e quindi giocherà titolare Matri, a segno l'ultima volta a fine febbraio nello scontro diretto con il Milan. Del Piero andrà invece in panchina al termine di una settimana in cui ha pressoché ufficializzato il suo addio alla Signora: «Ho visto la copertina di Vanity Fair e, pur rimanendo con i miei gusti, ammetto che Ale è un belvedere - scherza Conte - comunque sia, lui è concentrato sul finale di stagione e basta».

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