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Favola Candreva

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«Sono rinato» Corsa sotto la curva che lo fischiava «La mia storia con la Lazio inizia qui»

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Quelladi una vittoria arrivata anche per onorare Long John, di un Mauri che risponde ancora una volta alle vicende extracalcistiche con la bellezza dei gesti tecnici, o ancora di un allenatore, Reja, che continua a dare dispiaceri a una città che lo ama. Ma quella di ieri sera resterà soprattutto la serata di Antonio Candreva. La sua corsa sotto la curva Nord dopo il gol dell'1-0, quell'esultanza che il giocatore sembrava quasi non voler più interrompere, raccontano in modo perfetto cosa sono stati per il romano i primi tre mesi in maglia biancoceleste. Il marchio di tifoso giallorosso (ora nega, ma è, o almeno era così), quell'essere il simbolo di un mercato di gennaio deludente lo avevano costretto a entrare ogni volta in campo tra i fischi. «Sono stati due mesi di incomprensioni - racconta a fine gara - ma ora sono felice che sia arrivato questo gol. Voglio pensare che la mia storia con la Lazio cominci da adesso». In realtà il futuro di Candreva è ancora molto nebuloso. È alla Lazio in prestito secco, a fine stagione potrebbe tornare nuovamente all'Udinese a meno che le società non trovino un accordo. Ma per una notte si può anche sognare che tutto si sistemi da solo. «Io devo ringraziare soprattutto il mister e i compagni, che in questo periodo complicato non mi hanno mai fatto mancare la tranquillità. Il gruppo mi ha voluto subito bene, e noi siamo un grande gruppo che crede fortemente nell'obiettivo». Non è un caso se mentre parla alle sue spalle passa capitan Tommaso Rocchi che gli accarezza la testa e gli urla: «Daglie Anto'». Quasi fosse la mascotte del gruppo. Ha parole affettuose per lui anche Reja: «Candreva ha sofferto molto - racconta il tecnico - ma noi sapevamo che aveva bisogno solo di tranquillità per mostrare le sue doti. Spero che la gente da ora in poi cominci ad apprezzarlo». Nella sera che cambia la sua storia biancoceleste Antonio però riesce anche a guardare oltre. «Sono contento per la vittoria - dice - ma ora dobbiamo pensare subito alla Juventus. Sarà una trasferta difficile, ma noi siamo la Lazio e dobbiamo andare a Torino per fare la nostra gara, con lo stesso approccio di stasera, quando il lutto ci ha caricato positivamente».

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