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Batistuta choc: "Non posso più correre"

Batistuta, Montela e Totti nell'anno del terzo scudetto

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Il Re Leone é in esilio a Santa Fè. Ora fa il direttore sportivo, dopo aver fatto innamorare milioni di tifosi e aver trascinato la Roma al terzo scudetto. Batigol torna a parlare sulle pagine di France Football e rassicura tutti sulle sue condizioni di salute. «Ora va meglio - ammette - ma prima non riuscivo più neanche a camminare. Avvertivo un dolore lancinante alle ginocchia, facevo fatica a restare in piedi per più di mezz'ora». È un'intervista commovente quella che il miglior cannononiere della nazionale argentina rilascia ai colleghi francesi. Cinquantasei gol con la maglia dell'albiceleste, neanche Maradona é stato in grado di fare tanto. «Non gioco più a pallone perché non riesco a più a correre - confessa l'ex attaccante di Fiorentina e Roma - ma ora riesco a camminare abbastanza bene. Se tornassi indietro forse starei più attento: non mi sono mai tirato indietro, in una stagione con settanta partite ne ho sempre giocate almeno sessantacinque. Non sopportavo l'idea di restare fuori per infortunio, non sopportavo l'idea che un semplice problema fisico potesse limitarmi, potesse addirittura impedirmi di scendere in campo. Ma ora ne sto pagando le conseguenze». Poi commenta le gesta del campionissimo del nuovo millennio, Lionel Messi, capace di segnare in una sola partita di Champions League, contro il Bayer Leverkusen, cinque gol uno più bello dell'altro. «È un fenomeno che gioca in una squadra di fenomeni - afferma Batistuta - del resto il Barcellona ha una propria filosofia di gioco che vale per tutte le squadre del club. Nessuno chiede alla nazionale italiana di giocare bene, di brillare, di giocare un calcio spettacolare. La loro filosofia di gioco é da anni incentrata sulla difesa, preferiscono difendersi e contrattaccare. Il Brasile ha sempre basato i propri schemi sull'attacco, e sulle giocate offensive senza dare troppa importanza alla difesa. Queste due nazionali hanno mantenuto negli anni la propria filosofia, ed é quello che dovremmo fare anche noi argentini per tornare a vincere qualcosa di importante dopo tante battute a vuoto».

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