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Potenza di un derby vint

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Anzidue... Beh, circa un mese fa Edy Reja affrontava le conferenze stampa scuro in volto ripetendo sempre lo stesso ritornello: «Senza rinforzi sul mercato adesso sarà difficile competere per il terzo posto». Parole che irritavano la società al punto di far arrivare le parti a un passo dal divorzio. Poi, dopo aver battuto la Roma e dato uno sguardo alla classifica, il clamoroso dietrofront: «Alla Lazio non manca niente per puntare allo scudetto, deve continuare a crederci. Una squadra come noi che va a pareggiare a Milano e che non perde lo scontro diretto può crederci». Eppure, da un mese a questa parte non è che l'organico sia cambiato così tanto. La situazione infortunati, semmai, è anche peggiorata, con il gioiellino Lulic costretto ad alzare bandiera bianca per più di un mese. Il calcio è così. I tifosi sono facili agli improvvisi entusiasmi. Ma quando lo diventano anche gli addetti ai lavori, allora può succedere di tutto: «Il derby è stata una felicità pura, dopo una settimana di insonnia sono finalmente riuscito a dormire», spiega Reja. Che poi analizza la lotta per il titolo: «Il Milan è difficile da raggiungere, ha una rosa adeguata e dei solisti che possono cambiare la partita. Abbiamo la Juve a tiro, so benissimo che si tratta di due grandi squadre ma noi ci auguriamo di vincere tutte le partite che mancano. Magari gli altri crolleranno, anche se sarà difficile». Stavolta, paradossalmente, è proprio la società a cercare di abbassare il tiro. «Lo scudetto non ci riguarda - frena il ds Tare - noi saremo in lotta fino alla fine per il terzo posto con il Napoli». Però a dodici giornate dalla fine sognare non costa nulla. E a spiegare perché, mai come quest'anno, si può credere nella Lazio è il Profeta Hernanes, autore finora di un 2012 ad altissimi livelli: «Rispetto alla passata stagione stavolta riusciamo a fare risultato nelle partite decisive». In più, c'è da aggiungere, si avverte una compattezza che in casa Lazio mancava da tanto tempo. Perlomeno tra chi materialmente scende in campo: tifosi, squadra e allenatore. «Sono rimasto sorpreso da tutto il calore che i nostri sostenitori ci hanno dato a Madrid - continua Hernanes - nonostante eravamo praticamente già fuori dall'Europa League. Anche per questo ci ha fatto piacere regalare loro la gioia del derby». Pubblico con squadra e allenatore. Non poteva essere diversamente visto l'impegno messo in campo dai giocatori: «Tutti i complimenti vanno girati ai calciatori - conclude infatti Reja - sanno sempre interpretare al meglio le gare e remano tutti nella stessa direzione. Non è un caso se ieri sono andati a festeggiare sotto la curva anche gli infortunati. Si tratta di grandi uomini, pronti ad accettare le scelte del tecnico senza storcere il naso». Insomma, vagonate di miele laddove solo 15 giorni fa scorreva fiele a volontà. I tifosi dicono: only the Lazio. O, forse, only the derby...

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