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Tennis Ai piedi di Djokovic

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Il serbo nuovo numero uno al mondo ha dominato la stagione Per Federer e Nadal solo briciole. Italia aggrappata alle donne

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Il2011 ha regalato al tennis un nuovo imbattibile re: Novak Djokovic, l'eterno terzo incomodo volato ben al di là delle previsioni più rosee. Tre titoli dello Slam (Australian Open, Wimbledon e Us Open), cinque Masters 1000 (Indian Wells, Miami, Madrid, Roma e Montreal, nuovo record stagionale), più Dubai e Belgrado: in soli dodici mesi il serbo ha battuto tanti primati. Sarà merito della nuova dieta senza glutine, o forse dei segreti nascosti nella discussa camera iperbarica, ma almeno fino a settembre Djokovic è apparso inavvicinabile, come solo Federer nel biennio 2005/2006. Spinto dalla Davis conquistata lo scorso dicembre e da una condizione fisica mostruosa, Nole ha cominciato la stagione dominando prima in Australia, poi sul cemento americano e infine sulla superficie più difficile, la terra rossa di Rafa Nadal, schiantato proprio dal punto di vista atletico nelle finali di Madrid e Roma. Le statistiche di Djokovic nei primi cinque mesi dell'anno sono impressionanti: 41 vittorie, nessuna sconfitta e soltanto dieci set persi. A negare al serbo la gioia di poter eguagliare il primato di John McEnroe - 42 successi consecutivi nel 1984 - ci ha pensato Federer, davvero strepitoso nella semifinale del Roland Garros. Djokovic, del resto, si è consolato presto vincendo Wimbledon, Montreal e Us Open e chiudendo l'anno con un prize money record di 12 milioni e 600 mila dollari nonostante un previdibile e umano calo fisico (quattro delle sei sconfitte complessive del serbo sono arrivate negli ultimi due mesi). Stranamente esclusi dalle portate migliori, Nadal e Federer si sono dovuti accontentare delle briciole lasciate dal serbo. Il maiorchino ha chiuso un anno opaco con il trionfo in Coppa Davis (forse l'ultima apparizione con la maglia della Spagna), due titoli Atp (Montecarlo e Barcellona), sei finali perse contro Djokovic e l'unica grande soddisfazione del Roland Garros. Dopo aver aperto la stagione con il successo di Doha, Federer ha vissuto invece un digiuno infinito, dieci lunghi mesi fino alla resurrezione di fine anno con la tripletta Basilea-Bercy-Londra, buona per i record (nessuno aveva mai vinto sei volte le Finali Atp) e per riagguantare il 3° posto del ranking. All'appello degli appuntamenti importanti, ancora una volta, è mancato invece Andy Murray: lo scozzese è riuscito almeno a vincere due Masters 1000 (Cincinnati e Shanghai), ma il definitivo salto di qualità sembra ancora lontano. Da segnalare anche il ritorno ad alti livelli di Juan Martin Del Potro, campione degli Us Open 2009 e capace di risalire dal 485° all'11° posto in classifica. Tra le donne, il 2011 è stato l'anno dell'esplosione di Petra Kvitova. Mancina e ceca proprio come l'adorata Martina Navratilova (poi divenuta cittadina statunitense), la 21enne di Bilovec è campionessa assoluta e l'ha dimostrato sul palcoscenico più importante, il Centre Court di Wimbledon. Gran servizio e fantastici colpi di rimbalzo, oltre ai Championships la Kvitova ha vinto cinque tornei Wta (tra cui il Masters di fine anno), trascinato la Repubblica Ceca al trionfo in Fed Cup e già raggiunto il 2° posto mondiale. Presto, molto presto, la Kvitova supererà anche Caroline Wozniacki, numero uno senza Slam né grandi acuti nel 2011. La danese ha qualità atletiche, ma non la classe e la potenza della ceca. In un stagione piena di sorprese, con quattro vincitrici diverse negli Slam (Clijsters in Australia, Stosur in America e la cinese Li Na al Roland Garros), è apparso evidente il declino delle sorelle Williams: Venus è in fase discendente, mentre Serena - spaventata da un'embolia polmonare - può ancora regalarsi qualche soddisfazione, come dimostrato con la finale raggiunta agli Us Open. E l'Italia? Per il tennis azzurro è stato un anno abbastanza positivo. L'acuto porta nuovamente la firma di Francesca Schiavone, arrivata a un passo da uno storico bis al Roland Garros. Tra (pochi) alti e (molti) bassi - tra cui l'occasione sprecata a Wimbledon, dove la milanese ha gettato al vento un ottimo tabellone perdendo dalla modesta Paszek - all'Open parigino la Schiavone si è fermata solo davanti alla Li Na (prima cinese a conquitare un torneo dello Slam), ed è poi scivolata lentamente fuori dalle top ten (numero 11). Anno di transizione per Flavia Pennetta (comunque brava a tornare nelle top 20), il 2011 ha consacrato Roberta Vinci, prima italiana a conquistare tre tornei Wta (Barcellona,'s-Hertogenbosch e Budapest) nel corso di una stagione. Brava anche Alberta Brianti, vincitrice in Marocco del primo titolo in carriera, e soprattutto Andreas Seppi: l'altoatesino ha interrotto l'infinito digiuno (quasi cinque anni) dei tennisti italiani, conquistando l'erba di Eastbourne e chiudendo la stagione al 38° posto mondiale. Impossibile dimenticare anche le grandi emozioni regalate da Fabio Fognini al Roland Garros: dopo 16 anni il ligure ha riportato un azzurro nei quarti di uno Slam battendo lo spagnolo Montanes in un match epico, ma poi non ha potuto sfidare Djokovic per un infortunio muscolare. E per finire, dopo undici anni di purgatorio l'Italia ha finalmente riconquistato la serie A della Coppa Davis passando ancora una volta per l'amato Cile, paese che nel 1976 ci regalò l'unica Insalatiera. Ora, però, ci attende la Repubblica Ceca di Thomas Berdych, esame difficile da superare per non tornare subito nell'inferno degli spareggi retrocessione.

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