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Lardo ha 15 giorni per portare Roma fuori dalla bufera

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Domenica ad Avellino match-verità Pronti ad arrivare Repesa o Bechi

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Lapesantissima sconfitta nell'anticipo di sabato contro una Treviso priva di tre colonne portanti, Scalabrine, Moore e Mekel, non è che la conferma di una deriva (passata per sconfitte evitabili come Bologna, Varese e Caserta) che l'illusoria vittoria su Cantù aveva nascosto. I brianzoli si presentarono a Roma senza Micov e Scekic, mentre Shermadini alzò bandiera bianca durante il riscaldamento e Leunen nella seconda metà di gioco. Un lazzaretto condito anche dai problemi muscolari dei presenti Basile e Mazzarino. Però il successo su una squadra che da quattro stagioni faceva razzia nella capitale fu salutata come quella svolta. Che puntualmente non c'è stata, come certificato dalle cadute con Caserta e Treviso. L'Acea ha confermato in Veneto di non aver anima, ma soprattutto di produrre un basket offensivo e difensivo di livello insufficiente. Colpa degli interpreti o del direttore d'orchestra? In queste occasioni la critica si divide, ma di certo Lardo, che non ha gli impegni infrasettimanali di Coppa, non è riuscito a dare un connotato preciso alla sua creatura. Di contro alcuni giocatori, sono sembrati in questa prima fase di stagione più impegnati a riempire l'agenda delle loro serate romane, anche in prossimità di allenamenti mattutini, piuttosto che dedicarsi alla propria crescita professionale. Ma su questo, è evidente, Lardo ha ben poco controllo. Certo le parole del coach dopo la batosta contro Treviso sembrano quasi una resa: «Non ho molto da dire sono abbastanza esterrefatto e sorpreso. Non so come sia possibile che si sia passati dal giocare una grande partita contro Cantù a quella contro Treviso. In allenamento abbiamo sempre lavorato con la giusta intensità, c'è stata sempre molta voglia di fare bene. Chiedo scusa ai tifosi che sono venuti da Roma». Difficile credere che prima di Natale possa cambiare qualcosa. Jasmin Repesa è libero, e con Pesic era una delle due prime scelte estive del presidente Toti. Poi si virò su Lardo ma l'ipotesi del ritorno del coach croato nella Capitale ha ripreso vigore per cambiare una stagione che ha già visto praticamente bruciato l'obiettivo Coppa Italia. Ma Jasko, sergente di ferro come dimostrano i trascorsi con Pozzecco e Neal, accetterebbe solo di fronte ad un progetto pluriennale, chiedendo la testa di almeno un paio di giocatori della pattuglia slava per l'innesto di un playmaker con punti nelle mani e di un centro titolare. Sulla piazza libero c'è anche Luca Bechi, ma l'impressione è che almeno fino a Natale sarà Lardo ad avere l'opportunità di rimettere in rotta una barca che fa acqua da tutte le parti.

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