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Chi ha sbagliato ora deve pagare Nessuna pietà

Cesare Prandelli, ct della nazionale italiana di calcio

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Come nel 2006. Alla vigilia di un momento delicato del cammino azzurro verso la qualificazione a Euro 2012, arriva l'ennesima palata di fango sul calcio italiano. Allora era la vigilia di un mondiale, quello che poi gli azzurri vinsero in quella notte magica a Berlino, mentre in Italia i giudici aprivano i faldoni di Calciopoli. Ora che di magico nel nostro calcio è rimasto ben poco e proprio a ridosso dalle richieste dei Pm di Napoli che proprio due giorni fa avevano chiesto condanne a raffica, sul calcio italiano torna l'ombra delle «scommesse»: fenomeno pericolosissimo che già in passato aveva fatto vittime illustri. Una notizia che mina il nuovo corso azzurro aperto da Prandelli che ha fatto proprio di alcuni principi «sani» il suo diktat per la nazionale italiana. Dal ritiro azzurro di Coverciano, alla vigilia della partenza per Modena dove questa sera l'Italia affronterà l'Estonia per una gara valida proprio per le qualificazioni a Euro 2012, Prandelli non fa sconti. «Ce la mettiamo tutta per cercare di trasmettere i valori giusti - attacca il ct azzurro - ma ci sono troppe tentazioni. A me hanno insegnato che quando vuoi arrivare a dei guadagni facili alla lunga paghi. Il messaggio che dobbiamo dare è che i soldi bisogna sudarseli, guadagnarseli e avere il rispetto di tutti». Il ct non nasconde la delusione per un movimento che rischia così di tornare nella bufera e di trasformare di nuovi i campionati in qualcosa di poco credibile. «Fa veramente male, ma siamo abituati negli ultimi anni a svegliarci la mattina e trovare scandali in tutti i campi. Anche due milioni di case fantasma sono uno scandalo. Ma il nostro mondo ha sicuramente subito questa ferita. Passione tradita? No, io non mi sento tradito, perché il mondo del calcio è fatto al 99,9% di entusiasmo e grandi valori. Una percentuale minima di stupidi non fa testo. Su questa vicenda però, prima di tirare delle conclusioni o dare giudizi, bisogna aspettare che i magistrati completino il loro lavoro. Occorre abbattere il muro dell'omertà, nessuna giustificazione, nessuna pietà per chi sbaglia.». Insomma non esattamente il clima che Prandelli avrebbe voluto vivere alla vigilia di un match così delicato. «Nelle ultime ventiquattro ore è stato questo l'argomento principale, anche se io avrei voluto che si pensasse essenzialmente alla gara contro l'Estonia. Sono però convinto che avendo i ragazzi un senso di responsabilità alto, non ci saranno problemi di concentrazione per la gara di domani (oggi, ndr) sera». Chiusura su uno dei protagonisti del passato del nostro calcio, quel Beppe Signori che dalla vetta della classifica cannonieri si ritrova in quella dei «cattivi» stilata dagli inquirenti. «Se incontrassi al bar del paese Beppe Signori - chiude Prandelli - che è quasi mio conterraneo, lo abbraccerei. Ma poi gli direi con toni duri che la vita non è una scommessa, a differenza di quello che pensa lui, è un dono: dunque va vissuta bene. E comunque nessuna pietà, è giusto che chi sbaglia paghi».

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