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Hernanes: così si uccide la passione

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Vogliadi rivincita o di resa. L'animo dei giocatori biancocelesti in questo momento è diviso tra due sentimenti, anche se Reja fa di tutto perché il primo abbia il sopravvento. La Lazio è ancora quarta in classifica con una piccola dote da amministrare, è il momento di dare tutto e provare a prendersi la Champions League «contro tutto e tutti». È questo il succo del discorso che ieri il tecnico ha tenuto alla squadra alla ripresa in vista della decisiva gara di Udine. Qualche buona notizia dall'infermeria: Foggia è rientrato in gruppo, i problemi fisici di Biava non destano preoccupazioni mentre Stendardo e Sculli affronteranno una vera e propria corsa contro il tempo per cercare di esserci al Friuli. Contro la squadra di Guidolin, in ogni caso, sarà ancora emergenza: Mauri e Ledesma squalificati, stagione finita per Radu e Diakité, la formazione sarà per l'ennesima volta da inventare. Impossibile, però, dimenticare subito quanto successo lunedì sera. Il rigore negato a Floccari rappresenta la punta di un iceberg per una squadra che da tempo si sente vittima designata delle sviste arbitrali. Ieri sono tornati sull'arbitraggio di Mazzoleni sia il tecnico Reja («Non mi spiego certe valutazioni, ma dobbiamo sforzarci di passare sopra queste cose, perché bisogna rialzarsi subito») che Hernanes e Stendardo. E se il brasiliano si è detto preoccupato soprattutto per la passione della gente, «che di fronte a certe situazioni rischia di esaurirsi presto», esternando anche tutto il dispiacere «per partite che si perdono in questo modo», il difensore è apparso il più deciso nell'invitare a non mollare: «Credo che il presidente Lotito abbia ragione quando dice certe cose - le sue parole - ma alla fine questi episodi non ci impediranno di andare il Champions. Ne sono sicuro, siamo la squadra che lo merita di più e arriveremo quarti nonostante le penalizzazioni». Car. Sol.

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