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Vansummeren spunta a sorpresa

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Trent'anni,belga, altissimo di statura e serissimo nella sua carriera da gregario (condotta fin qui in maniera ottimale), il ragazzo doveva correre in appoggio al capitano Hushovd e invece si ritrova ad apporre il proprio nome in coda a uno degli albi d'oro più prestigiosi dell'intero ciclismo. Se Cancellara era il favorito della vigilia, accreditato di una superiorità imbarazzante nei confronti dei rivali, va anche detto che la sua squadra (la nuova Leopard) è tutto fuorché attrezzata per supportare un simile campione sul pavé. Sicché Fabian si è ritrovato (ancora una volta, come al Fiandre di domenica scorsa) a correre solo contro tutti. E se lì davanti c'è (come ieri) una fuga di 20 uomini comprendente personaggi interessanti (tra cui il nostro Quinziato), può succedere che qualcuno dei 20 in questione riesca a resistere fino al traguardo. È andata proprio così. Cancellara, da solo, non ha voluto chiudere sugli attaccanti (a un certo punto avrebbe potuto, a 30 km dal traguardo) per non favorire i rivali Hushovd e Ballan che gli stavano passivamente a ruota (Boonen, caduto, si era ritirato). Ha preferito, Fabian, partire in contropiede nel finale: troppo tardi, però, per riprendere Vansummeren, primo con merito proprio davanti a Cancellara. L'olandese Tjallingii ha chiuso al terzo posto; sesto e migliore degli italiani Alessandro Ballan.

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