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I giganti diventano nani

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Dopocinque medaglie e tante gioie, i Mondiali di Garmisch diventano improvvisamente amari per l'Italia dello sci, tradita dalla squadra maschile del gigante. Un risultato prevedibile nella forma, vista la stagione difficile di Max Blardone e compagni, non nella sostanza: basti pensare che Manfred Moelgg, miglior azzurro al traguardo, si è classificato 17°. Nessuno si aspettava una figuraccia del genere da una squadra che, fino a poco tempo fa, rappresentava il punto di forza dello sci azzurro. Si spiega così lo sfogo finale del direttore agonistico Claudio Ravetto: «È stata la peggiore gara dei Mondiali, è finito un ciclo. Va tutto ripensato: abbiamo bisogno di atleti giovani, ma anche polivalenti». Un riferimento non velato a Blardone e Simoncelli, punte del gigante azzurro negli ultimi dieci anni, naufragate ieri al 30° e 20° posto finale. Con l'Italia assente ingiustificata, l'oro di Garmisch se l'è aggiudicato con pieno merito l'americano Ted Ligety, già bronzo a Val d'Isère 2009, dominatore della specialità nelle ultime stagioni e vincitore di tre prove anche quest'anno. L'argento è andato al francese Richard, il bronzo all'unico austriaco sopravvissuto Schoerghofer, mentre il norvegese Svindal, in testa alla fine della prima manche, ha dilapidato il vantaggio con un paio di errori finendo quarto. Oggi lo slalom speciale femminile (ore 10 e 13.30, diretta Rai 3, Rai 2 ed Eurosport): Le speranze si chiamano Irene Curtoni, Nicole Gius, Federica Brignone e soprattutto Manuela Moelgg.

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