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dall'inviato a CAMPIGLIO Carlantonio Solimene Bastano 59 giorni per elaborare un lutto sportivo? Forse no, se è vero che Stefano Domenicali, team manager della Ferrari, a due mesi da quel maledetto 14 novembre è costretto ancora a ritornare

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Vogliamoricominciare e puntare all'unico obiettivo possibile per una Ferrari: vincere mondiale piloti e costruttori». Tutto giusto, tutto vero. Dimenticare Abu Dhabi perché nello sport esistono anche le sconfitte. Lo sa bene Domenicali: da quando ha raccolto la pesante eredità di Todt ha già dovuto gestire il «day after» di due mondiali persi all'ultima gara. Ma il team manager Ferrari sa che certe sconfitte, per essere davvero utili, oltre a essere metabolizzate vanno analizzate, capite. «Io e il presidente Montezemolo - spiega - abbiamo cercato di evitare l'emotività del momento. D'altronde il titolo non l'abbiamo perso ad Abu Dhabi, ma nella prima parte di stagione, quando abbiamo raccolto pochi punti. Con la concorrenza che c'è oggi in F1 non si può commettere alcun errore, per questo nel 2011 dovremo essere perfetti. Nella prestazione, nell'affidabilità e nel saper interpretare tutti gli imprevisti delle gare». Naturalmente quel maledetto pomeriggio sul circuito di Yas Marina non poteva non lasciare tracce. A pagare è stato Chris Dyer, l'uomo della strategia sbagliata. Nel 2011 a prendere le ultime decisioni sul muretto sarà Pat Fry, ex McLaren, mentre Aldo Costa guiderà un'equipe tecnica col compito di migliorare i simulatori che devono indirizzare le scelte degli ingegneri di pista. Domenicali non vuol sentir parlare di decisioni punitive, ma solo di «normali avvicendamenti che avvengono ogni anno». Così come rifiuta le accuse della Red Bull dopo l'arrivo in rosso di Neil Martin, che seguirà i Gran Premi da Maranello e darà un'ulteriore opinione sulle strategie. «Dicono che vogliamo rubar loro l'anima - sorride - ma l'unico spirito vincente della F1 resta quello della Ferrari». C'è tempo poi per parlare dei piloti e della nuova monoposto, che sarà presentata il 28 gennaio a Maranello. «Alonso è supermotivato, non dovrà scontare l'apprendistato e mi aspetto di ritrovare subito il pilota dello straordinario girone di ritorno del 2010». «Massa - puntualizza invece Domenicali - viene da un anno difficile ma in queste situazioni ha sempre reagito alla grande, ci aspettiamo tanto da lui». Presto, però, per parlare del futuro del brasiliano. «Vediamo come andrà quest'anno, poi affronteremo l'argomento». La nuova monoposto si avvantaggerà del fatto di avere già il kers nel proprio dna (la Ferrari è stata una delle poche scuderie a usarlo nel 2009) e cercherà di interpretare al meglio il nuovo regolamento, soprattutto l'alettone posteriore, che potrà essere manovrato dal pilota in fase di sorpasso. «Con le nuove regole e con le gomme morbide Pirelli che saranno più "degradabili" - conclude - i sorpassi dovrebbero essere molto più facili e partire in pole non sarà più così determinante. La F1 tornerà a privilegiare il pilota più che l'aspetto tecnico. Se così non sarà, vorrà dire che abbiamo preso la direzione sbagliata».

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