
I romani giocano malissimo il tie-break decisivo e perdono a Piacenza Girone d'andata chiuso oltre l'ottavo posto: addio finali di Coppa Italia

Incasa di una Copra Morpho, alla ricerca dei tre punti (una vittoria per 3-0 o 3-1) per il medesimo traguardo, i neroverde cedono per 3-2, mancando della giusta cattiveria agonistica. Ancora privi di Cisolla, e con Bencz in campo per Poey, Roma ritrova Corsano a guidare la difesa. Dopo un inizio equilibrato, il servizio di Holt manda avanti Piacenza. Grazie agli attacchi di Zaytsev e a una buona correlazione muro-difesa, i ragazzi di Giani trovano la giusta reazione e ribaltano il conto dei set. Al momento di chiudere il match, però, Corsano deve lasciare il campo e Roma subisce il ritorno dei padroni di casa. I biancorossi, a quel punto già esclusi dalle prime otto, giocano sciolti, rischiando a mille in ogni fondamentale. Il servizio di Zlatanov mette in grande difficoltà la ricezione ospite e si va al quinto. Nella frazione decisiva, la spinta degli emiliani si fa ancora più forte; mentre i neroverdi non ritrovano più il bandolo della matassa, andando subito sotto. La Copra si impone 15-11 e, complici le vittorie di Vibo a Verona e San Giustino a Latina, Roma fallisce il primo obiettivo di stagione. Una vittoria che lascia parecchio amaro in bocca, anche nelle parole del direttore generale Sacripanti: «È l'ennesima dimostrazione che questa squadra può giocarsela con tutti. Tuttavia, avendo i mezzi per farlo, deve mantenere la concentrazione fino alla fine. Sono troppe le occasioni, e di conseguenza i punti, che abbiamo lasciato per strada. Si deve essere più umili e più cattivi. Nella vita essere generosi è bello, nello sport è come suicidarsi. È la prima volta che la MRoma non entra in Coppa Italia: un brutto passo indietro. Spero che venga raccolto l'allarme e, sfruttando la classifica ancora corta, si cambi marcia e si recuperi». Stessa amarezza nella parole di coach Giani: «Sono veramente arrabbiato. Non si possono buttare tanti punti. Le nostre incertezze ci sono costate la qualificazione. Peccato, abbiamo dimostrato che possiamo fare bene con tutti».
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