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Roma a digiuno

Totti del Parma contrastato dai difensori del Parma

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Il primo punto in trasferta, la difesa imbattuta. I sorrisi della Roma a Parma finiscono qui. Il resto mette tanta tristezza: la classifica, la confusione tattica, il rendimento scadente di troppi giocatori. Ranieri resta aggrappato alla panchina con la poca forza che gli trasmette il punticino strappato al Tardini. Un brodino per una squadra ancora malata. Probabilmente il tecnico avrà pure tirato un sospiro di sollievo al triplice fischio di Banti: la squadra è calata nel finale ma per la prima volta ha raccolto qualcosa lontano dall'Olimpico grazie all'attenzione dei difensori. Di fronte, però, c'era un avversario impaurito che era e resta ultimo in classifica. La Roma si ritrova poco più su, con i suoi miseri nove punti messi insieme in otto partite e un'identità tutta da trovare. Ranieri continua a cercare disperatamente l'assetto giusto. Neanche ieri ci è riuscito. Ha cambiato quattro volte il modulo, inserito e spostato giocatori fuori ruolo, senza mai trovare la chimica giusta. Gli infortuni contribuiscono alla sua confusione: ieri, con Julio Sergio, De Rossi, Perrotta, Menez e Adriano già ko, si è fermato Taddei nel riscaldamento. E allora dentro Cicinho in un 4-4-2 improvvisato, dove un attaccante e un terzino facevano gli esterni di centrocampo. La difesa, a parte una palla concessa a Marques, ha retto bene per oltre un'ora. È in attacco che sono mancate idee e freschezza: Vucinic si è acceso poche volte, Totti ci ha messo mezz'ora a entrare in partita, Borriello ha le batterie scariche. Dall'altra parte il Parma ha deciso di lasciare il pallino in mano agli avversari per un tempo, aspettando un calo per colpirli. La partita è stata brutta e noiosa come quasi tutti gli anticipi domenicali visti finora. Si giocava alle 12.30 ma al Tardini si sono accesi subito i riflettori. Spettatori? Poca roba. Tredicimila in tutto, con ottocento romanisti in curva Sud. A maggio scorso erano quasi diecimila per spingere la squadra al primo posto. Sembra un secolo fa eppure sono passati appena cinque mesi. La ripresa è iniziata col cambio che non ti aspetti: fuori Totti, che stava crescendo, dentro Simplicio e squadra disposta con il 4-2-3-1. Sei minuti dopo Ranieri ha deciso di tirare fuori pure Vucinic.   Perché non farlo direttamente nell'intervallo? O non farlo proprio, visto che il suo sostituto, Baptista, ha sbagliato praticamente tutto, compreso un contropiede nel finale che poteva cambiare risultato e stagione. Quando è uscito Cicinho per Okaka (inguardabile anche lui) la squadra si è messa con il 4-3-3, per poi tornare al 4-4-2 finale con Simplicio esterno: a quel punto si pensava più a difendersi contro un Parma rivitalizzato dagli ingressi di Crespo e, soprattutto, Giovinco. La Roma non ha mai impegnato Mirante, poteva segnare con una punizione di Totti e due volte con Mexes. La prestazione del francese è un punticino di luce nel buio pesto che avvolgerà Trigoria almeno fino a sabato prossimo.

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