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«Questa squadra ha qualità tecniche e fisiche fuori dal comune Noi eravamo obbligati a vincere, loro hanno meno pressione»

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LaLazio non deve porsi limiti, ha tutte le carte per lottare per il vertice». Pippo Pancaro c'era. C'era quando per l'ultima volta lo scudetto si tinse di biancoceleste. Correva l'anno 2000 e, al termine di una domenica surreale, la Lazio diventò campione d'Italia. Sono passati dieci anni, cosa ricorda di allora? «L'emozione è ancora viva nella mia mente. Ho vinto uno scudetto anche col Milan, ma si è trattato di due cose completamente diverse. Lì ci sono abituati, a Roma accade una volta ogni vent'anni. Se ripenso alla gioia che riuscimmo a dare alla gente, all'Olimpico gremito... viene la pelle d'oca ancora adesso». E dopo dieci anni il miracolo si può ripetere? «Beh, allora non fu certo un miracolo. Quella era una squadra costruita per vincere, con quasi tutti campioni». Quindi meglio abbandonare i sogni? «Niente affatto, questa è una formazione diversa ma, per quanto fatto vedere finora, il suo primo posto è assolutamente meritato. Credo che i laziali debbano godersi questo momento, e la squadra non debba porsi limiti andando avanti domenica dopo domenica». Qual è il segreto di questa squadra? «Mai come quest'anno ci sono tante qualità, tecniche e atletiche. L'arrivo di Hernanes ha contribuito a portare imprevedibilità, così come il modulo a tre trequartisti. Non a caso segnano tanti giocatori diversi». Merito dell'allenatore? «Reja ha sicuramente ricompattato un ambiente allo sfascio. Ma il suo pregio maggiore è stato quello di aver ridisegnato la squadra intorno alle qualità dei singoli». Come nel caso del passaggio alla difesa a 4? «Certo. Un cambio perfettamente recepito dai calciatori. Proprio la difesa è il reparto che sta stupendo maggiormente. Ma è tutta la squadra che si muove armoniosamente. Difendono in 11 e ripartono subito in 5, 6 o 7. Segno che c'è un grande lavoro tattico dietro». Il fatto di essere troppo tecnici e «leggerini» non sarà un problema sui campi pesanti? «Per ora la Lazio corre più e meglio delle altre squadre, questo è un fatto». Voi avevate in panchina gente come Stankovic e Boksic. Ora la situazione è un po' diversa... «Beh, domenica è uscito Hernanes ed è entrato Matuzalem, è uscito Zarate ed è entrato Rocchi. Senza contare che c'era pronto anche Bresciano. Non mi pare che la panchina sia così corta. Francamente, dopo 8 giornate non vedo difetti a questa squadra». Allora si può sognare? «Questa Lazio ha due vantaggi importanti: rispetto a noi non ha la stessa pressione, non è partita per vincere e può viaggiare a fari spenti. E poi non disputa le coppe europee, questo è fondamentale». Incrociamo le dita? «L'augurio che faccio a quelli che vestono ora la maglia biancoceleste è riprovare le stesse sensazioni che abbiamo vissuto noi. E farle provare anche ai tifosi». Car. Sol.

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