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I cubani la spuntano al tie-break

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Aldi là dei grandissimi meriti dei ragazzi di Samuels, Grbic e compagni non hanno mai dato l'impressione di poter lottare con quella grinta e quell'orgoglio che da sempre contraddistingue la nazionale di Belgrado. Certo che se di fronte ci si trova una potenza fisica quasi arrogante, come quella cubana, le cose diventano molto, molto complicate. Guidati da un Simon eccellente centrale e granitico capitano, i caraibici danno spettacolo. Cuba ha vinto perché, contrariamente alla sua storia, non si è disunita nei momenti di difficoltà. L'importanza della gara impone grande concentrazione ed un pizzico di tensione. Molti attacchi e pochi errori mantengono l'equilibrio. A spezzare la parità è un servizio di Ivan Miljkovic. La Serbia sbaglia troppo ed il capitano Simon rimette il match in parità. La terza frazione recita un copione simile alla prima: la Serbia si affida alla potenza di Miljkovic (3 ace), Cuba risponde con i primi tempi di Simon. Anche il quarto set risponde ai criteri di spettacolo e battaglia dei precedenti; parità fino a due terzi del percorso. Un attimo di incertezza cubana in attacco non è perdonato dalla freddezza serba: un paio id eccellenti difese e si va al quinto. Il tie break è chiaramente tesissimo. L'abbraccio finale dei cubani è commovente. Almeno quanto lo sconforto serbo. Pao. Ave.

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