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Il campionato cerca ancora la protagonista

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Maci sono, e anche parecchi, brillanti protagonisti individuali del torneo 2010-2011 per la semplice ragione che il calcio, specialmente il calcio-spettacolo vive proprio delle forti individualità che si esprimono sul campo o nei paraggi. Prendiamo per esempio la Lazio che, battendo in trasferta il Chievo, è balzata a sorpresa al primo posto in classifica, nientemeno che alla pari con la super-Inter. Si, Reja, Hernanes, Zarate, hanno grandi meriti ma il protagonista vero è il presidente Claudio Lotito. Dopo anni di mediocrissima gestione della squadra e di disastrosa comunicazione con i tifosi, quest'anno Lotito ha finito per combinare una specie di capolavoro, lanciando implicitamente una proposta di solenne riconciliazione ai tifosi biancazzurri. Un mezzo miracolo. Il protagonista giallorosso, invece, il generosissimo Totti sta vivendo sull'altra sponda del calcio romano l'inizio di quella vicenda umana e tristissima che è l'incipiente declino del campione per semplici ragioni di età e per la stanchezza di un ruolo esercitato sempre con splendida dedizione. Nemmeno il gagliardo De Rossi sta dando alla Roma quello che ha dato e può ancora dare l'uomo di Vodafone, che fu così spiritoso da pubblicare un libro con tutte le ingenuità e le gaffes che gli erano state attribuite. Prorompente e al tempo stesso, timidissimo è il protagonista dello strano avvio stagionale del Napoli, imbattibile in trasferta e vulnerabile tra le amiche mura del San Paolo, l'uruguaiano Cavani, un ragazzo di 23 anni che in poco più di un mese ha segnato 7 reti, 5 in campionato, 2 nel torneo UEFA: Religiosissimo, tanto da attribuire alla regia del Signore il suo strepitoso rendimento (ma non sono pochi i calciatori devoti),il goleador del Napoli ha una caratteristica ancor più affascinante delle sue reti: la modestia del portamento e del tratto, nei rapporti con gli altri e perfino nel gioco. Il suo dribbling non rassomiglia a quello, fantasioso ed esplosivo di Lavezzi, le sue realizzazioni non sono mai trionfali come quelle di Ibrahimovic: palla al piede, tranquillo e imprendibile come un fantasma, passa tra una folla di avversari, arriva a distanza media dal portiere e lo buca come una perforatrice meccanica. Un altro elemento di spicco appena reclutato nel nostro torneo dalla Juventus, è il serbo Krasic. Ha già fatto tre gol nonostante l'altalena di rendimento della squadra bianconera, ma ci ha subito impressionati per l'irruenza della corsa e la precisione della mira: è stato come un'iniezione di salute nell'organismo in via di convalescenza della Vecchia Signor, un bel colpo. Continuano, invece, a segnare nonostante i guai delle formazioni in cui militano, rispettivamente il Bologna e l'Udinese, Di Vaio e Di Natale. Un po' come il fuoriclasse valdostano Pellissier fa nel Chievo, questi due inesorabili marcatori assicurano a due club oggi in crisi, domani in ripresa, una scorta di sicurezza che nasce anche qui dal prodigio di una classe individuale avvolta, per così dire, in un modesto contenitore. Di altri protagonisti potremmo parlare e magari contiamo di farlo la prossima volta, ma oggi concludiamo l'elenco con due nomi che non appartengono più alla serie A, ma meritano grande simpatia: Prandelli, che appena tornato a vedere la sua Fiorentina ne ha applaudito la prima vittoria; e Zeman, che sta facendo faville a Foggia, in Lega Pro. Complimenti ed auguri.

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