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La Lega serie A boicotta il consiglio della Figc

Il presidente della Figc Giancarlo Abete Giancarlo Abete

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La Lega serie A non parteciperà al consiglio federale della Figc previsto domani a Roma e chiede al governo un incontro «urgente». La Lega serie A definisce «una scelta sbagliata nel merito e nei tempi» la decisione di ridurre da 2 a 1 il numero di extracomunitari tesserabili dalle squadre di serie A. LE CONTROVERSIE - La decisione, fa sapere la Lega serie A, è stata «adottata a mercato aperto senza tenere conto degli impegni nel frattempo assunti dalle società». Secondo la Lega serie A, inoltre, «al di là del merito la decisione è molto grave, perchè adottata senza alcun confronto preventivo e votata dal consiglio federale contro il parere dell'unica componente direttamente interessata alla questione». Quanto accaduto, sottolinea sempre la Lega serie A, conferma «in maniera evidente che le attuali regole di funzionamento non tengono in nessuna considerazione il ruolo centrale della serie A nel calcio italiano» che «origina la sostanziale totalità delle risorse economiche del sistema calcio» ma conta «solo tre rappresentanti su 27 nel consiglio federale».   MODIFICHE PERICOLOSE - L'Assemblea della Lega di Serie A ha preso atto della delibera della Figc in materia di tesseramento di extracomunitari, adottata in modo estemporaneo a fronte delle difficoltà del calcio nazionale, mortificato dall'esclusione fin dalle prime battute dal Campionato del Mondo e dalla esclusione del nostro Paese dall'organizzazione dei prossimi grandi eventi calcistici internazionali, si legge in una nota. La Lega "ribadisce che si tratta di una scelta sbagliata nel merito e nei tempi, adottata a mercato aperto senza tenere conto degli impegni nel frattempo assunti dalle Società, che vengono poste di fronte al rischio concreto di risultare inadempienti verso i club con i quali hanno negoziato il trasferimento di atleti facendo legittimo affidamento su un sistema che mai prima d'ora era stato modificato senza il consenso della Lega". DECISIONE GRAVE - I club fanno notare che "al di là del merito la decisione è molto grave perchè adottata senza alcun confronto preventivo e votata a maggioranza dal Consiglio Federale contro il parere dell'unica componente direttamente interessata alla questione«. »Si è confermato così in maniera evidente che le attuali regole di funzionamento non tengono in nessuna considerazione il ruolo centrale della Serie A nel calcio italiano. Questa realtà -osserva l'organismo di via Rosellini- trova ulteriore conferma nel fatto che scelte progettuali fondamentali per il futuro del calcio italiano (organizzazione dell'attività delle nazionali, sviluppi dei settori giovanili, rilancio del Centro Tecnico Federale) sono in discussione in questi giorni senza alcun coinvolgimento dei rappresentanti della Serie A". LO SCONTRO - «La Serie A origina la sostanziale totalità delle risorse economiche del sistema calcio, trasferisce il 10% (pari a quasi 100 milioni di euro per stagione sportiva) del valore dei diritti TV alle altre componenti del sistema, fornisce alla nazionale i giocatori per le competizioni», prosegue la nota, nella quale si evidenzia che la Lega «a fronte di tutto ciò conta solo tre rappresentanti su 27 nel Consiglio Federale: di fatto pesa per poco più del 10% dei voti». «Il Consiglio Federale, con il voto del 2 luglio 2010, ha mostrato di considerare marginale il ruolo della Serie A. Posto che tale ruolo è realmente sottostimato rispetto ai numeri dell'Assemblea e del Consiglio Federale, la Serie A ritiene di non partecipare con i suoi rappresentanti ai prossimi lavori del Consiglio», dicono i club. La Lega «nello stesso tempo considera improcrastinabile una revisione dei ruoli e dei rapporti tra le varie componenti che costituiscono la Figc affinchè l'importanza sociale ed economica della Serie A sia riconosciuta dallo Statuto della stessa Figc, Statuto che deve essere riscritto in tempi rapidi». RIESAME DELLA LEGGE - «La Federcalcio è espressione del calcio nazionale ma non può ignorare la componente principale di tale settore. La Serie A costituisce la massima espressione, sportiva ed economica, del calcio italiano ed il punto di aspirazione di tutti i giovani calciatori. Serve un profondo rinnovamento: fra i compiti istituzionali della Federcalcio deve avere importante rilievo il calcio "maggiore" che assicura al Paese risorse economiche, lustro internazionale ed eventi di rilevanza mondiale», si legge ancora. «A tal fine la Lega di Serie A ritiene indispensabile anche un riesame di leggi, per alcuni aspetti ormai obsolete, come la Legge n. 91 del 1981 e il Decreto Legislativo n. 242 del 1999.A questo proposito la Lega di A chiede al Governo un incontro urgente», conclude la nota.  

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