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Gufare non conviene a nessuno

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Quarantacinqueanni fa, davanti al suo pubblico, piegato il Benfica grazie una paperissima del portiere portoghese, annaspante nel fango sul tiro innocuo di Jair. Poi tante delusioni, nonostante la striscia di trionfi in patria: però, ripete Mourinho, questa finale deve essere un sogno, non un'ossessione, un sogno da realizzare prima di pensare al futuro personale, curiosa coincidenza che si giochi sul palcoscenico che potrebbe vedere Josè, dalla prossima stagione, nel ruolo di protagonista. E di nuovo un incrocio con quella che è stata la rivale, pericolosa fino all'ultimo minuto, una volta che al Real Madrid potrebbe arrivare, dopo un'offerta sontuosa, quel Daniele De Rossi che è il simbolo del futuro romanista. Stasera, secondo logica, l'Inter dovrebbe avere il supporto incondizionato di tutta l'Italia calcistica, perché perdere un posto in Champions League non può rallegrare nessuno tra i presunti «gufi». Né i romanisti, né i milanisti, né gli juventini, per i quali una presenza nella massima competizione europea può essere determinante anche in chiave economica. A giocarsi l'atto conclusivo arrivano due squadre in invidiabile condizione tecnica e psicologica, confortate dai successi in campionato e dalla consapevolezza di avere schiacciato, nel cammino verso Madrid, autentici giganti come il Barcellona, il Chelsea, il Manchester United. Per Ciccio di Nonna Papera, al secolo Van Gaal, Mourinho ha speso parole di miele, nel ricordo dei suoi insegnamenti. Ha l'umiltà di schivare i pronostici generali. Vero che l'Inter ha superiore qualità, ma il Bayern è formazione solida, anche senza Ribery, giocatore che per altro ha fallito più di un appuntamento importante. Robben il più qualitativo, ma tanti i pezzi da novanta, da Olic a Schweinsteiger, dal vecchio Van Bommel al giovane Muller, forse la coppia centrale di difesa non è insuperabile in velocità. Per venirne a capo ci vorrà l'Inter compatta e mentalmente solida, quella dello Stamford Bridge e del Camp Nou, una squadra che Eto'o, fuoriclasse con la tuta, simboleggia.

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