Calciopoli: il memoriale di Facchetti agli atti del pubblico ministero
Una serie di appunti autografi di Giacinto Facchetti sono tra i nuovi atti che i pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano hanno depositato nell'ambito del processo di Calciopoli. A quanto si è appreso, negli appunti il dirigente dell'Inter morto nel 2006 faceva riferimento al presunto sistema di illeciti che avrebbe regolato il mondo del calcio. A consegnare il "memoriale" agli inquirenti è stato nei giorni scorsi a Napoli il figlio, Gianfelice Facchetti. Tra i nuovi atti dei pm vi sono anche dichiarazioni fatte nei giorni scorsi da Gianfelice Facchetti. I risultati della nuova attività della procura erano stati resi noti ieri al termine dell'udienza del processo Calciopoli quando il pm Capuano ha annunciato il deposito di nuovi atti investigativi. L'INTERVENTO DI MOGGI - Nell'udienza di oggi del processo Calciopoli sceglie di dire la sua Luciano Moggi con dichiarazioni spontanee che il presidente della nona sezione del Tribunale Teresa Casoria chiede subito «non si trasformino in un comizio». L'ex direttore generale della Juventus precisa anzitutto che «nel controesame di quattro ore, il colonnello Auricchio o non ha risposto oppure si è limitato a dire non ricordo». Sott'accusa finiscono le indagini di Calciopoli che a suo dire si sono basate su giudizi giornalistici non obiettivi. Nonostante le resistenze dei pm Narducci e Capuano e del presidente Casoria, Moggi - giornali alla mano - ha infatti letto i tabellini del Corriere dello Sport e della Gazzetta dello Sport mettendo in evidenza le differenze di voti dati ai giocatori. Casoria lo interrompe chiedendogli: «Allora la Gazzetta è faziosa?». «Era sufficiente prendere i tabellini della Gazzetta per quest'indagine: dà giudizi il giorno prima e il giorno dopo, non c'è presunzione di innocenza nei miei confronti», la risposta dell'ex dg della Juve. Poi il caso amichevoli. «Mi si accusa di aver indicato gli arbitri, non hanno alcun valore di gara, ma si tratta di una sorta di allenamento: avevo troppo a cuore il calcio, ecco perchè dicevo la mia in relazione allo spostamento degli arbitri che comportavano il minor dispendio di risorse per la Federazione». Quanto all'acquisto di una Maserati per un imprenditore, argomento questo di un'intercettazione telefonica, Moggi precisa poi che «la Guardia di Finanza ha svolto i controlli, non c'erano dubbi che la Juve non potesse certo pagarla e infatti non l'ha pagata». Quanto al caso del giocatore Jankulosvki aggiunge che «più che guardare i tabellini, bisogna vedere i filmati: il giocatore venne espulso perchè diede un pugno». L'ex dg bianconero chiarisce anche i suoi rapporti con gli arbitri e in particolare sulla sua presenza nello spogliatoio di De Santis: «Si può andare negli spogliatoi a fine partita non tra il primo e il secondo tempo, ci andavo solo a partita terminata. Meani del Milan lo faceva, ricordo che Facchetti prese tre mesi di inibizione perchè andò nell'intervallo di Inter-Chievo nello spogliatoio del direttore di gara». Sui suoi rapporti con la Nazionale, Moggi dice che non gestiva lui le convocazioni degli azzurri. LA TESTIMONIANZA DI PAIRETTO - L'ex designatore infine si è detto «sbalordito dalle indagini condotte dal colonnello Auricchio: si tratta di un orribile caricatura del nulla, basatasi sulle risultanze dei giornali. È assolutamente normale che noi avessimo rapporti diretti con le società anche per evitare polemiche sui giornali, non c'era alcun divieto di parlare delle griglie anche perchè gli arbitri venivano scelti dai sorteggi. Sono comunque molto soddisffatto per le altre intercettazioni che coinvolgono altri personaggi che si dicevano esclusi». Quanto alle designazioni Uefa rispetto a quanto detto dall'ispettore Salvagno Piaretto spiega che «c'è una commissione con un presidente, un segretario e tre vicepresidenti, uno di questi ero io. Le designazioni arbitrali arrivano dal segretario Ivan Cornù e dal presidente svizzero Folkerot, venivano poi inviate ai vicepresidenti perchè dessero delle considerazioni: io - conclude - non ho mai espresso valutazioni negative».
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