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A Roma per diventare grande

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FabrizioFabbri Il suo capitan futuro la Stella Azzurra l'ha cresciuto in casa. È Armando Iannone, 19enne, partito 4 anni fa da Fondi per diventare bandiera della gloriosa società capitolina. «Nell'Arena Felici, il nostro campo, ci sono foto storiche e magliette che hanno fatto la storia. Capita di incontrare gente come Ruggero Falcomer o Tonino Costanzo, grandi del passato. È un onore pensare di poter prendere il loro testimone e ascoltare i loro consigli». La foresteria di Via Flaminia 867 è la sua nuova casa. È stato difficile lasciare la famiglia? «Non troppo. Mio padre mi ha spinto ad accettare, mentre mamma avrebbe preferito tenermi accanto. Ma era la mia occasione. Per puntare in alto la Stella era il massimo, così mi sono trasferito a Roma pieno di speranze ed entusiasmo». Dove è stato preso in consegna da Germano D'Arcangeli. Che rapporto ha con l'allenatore? «Il classico odio-amore. Avevo un carattere fumantino, lui mi ha insegnato a ragionare, in campo e fuori. La Stella Azzurra è una scuola di vita dove siamo seguiti costantemente non solo dal lato sportivo. In partita ho ancora bisogno che mi si tirino le briglie, ma nella vita sono cresciuto». A 19 anni lei è il più anziano in B. Si sente responsabilizzato? «È un onore grandissimo. Per prendermi in giro i compagni mi chiamano nonno. In foresteria faccio il vecchio saggio con i più giovani. Li consiglio, li sgrido e li coccolo». Chi è il suo modello? «Lebron James ma c'è una certa differenza fisica. Allora dico McIntyre di Siena. È un play che ama anche segnare, come me». E il sogno nel cassetto? «La serie A e la Nazionale. Tutti i sacrifici che ho fatto saranno ripagati nel momento in cui, spero, potrò giocarci. Ma non una comparsata. Ho lasciato Fondi per provare a diventare un campione». Boniciolli la conosce bene. Sogna un futuro con la Virtus Roma? «È stato nostro ospite e mi ha allenato. Ama lavorare con i giovani. Esordire in A con la Lottomatica? Sarebbe bellissimo».

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