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La tensione ingiustificata del torneo

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NellaChampions, alla Fiorentina cercheranno di affiancarsi ben tre formazioni, stasera Milan e Juve, domani l'Inter, in vista del sorteggio per gli "ottavi" in programma il giorno 18. E, finalmente, la Nazionale di Lippi si accinge a partire col piede giusto in un girone preliminare piuttosto benigno e spera che gli altri giovani come lo splendido Marchisio maturino accanto agli smaliziati veterani che difendono il titolo mondiale. La prospettiva sarebbe davvero entusiasmante sotto il profilo dei risultati e dello spettacolo se, nelle ultime settimane e particolarmente nello scorso "week end", non si fossero manifestati episodi di intolleranza, di violenza e addirittura furibonde risse tra giocatori e arbitri, allenatori e dirigenti, che suscitano stupore ed allarme. Si può ancora capire che un allenatore polemico e presuntuoso come Mourinho si faccia espellere nel corso di una gara delicatissima per la sua Inter solo per aver applaudito ironicamente una decisione sgradita del direttore di gara o che Gattuso per non perdere il posto nella Nazionale del Sud Africa, minacci, addirittura di lasciare il Milan se Galliani non gli garantisce il posto in prima squadra. Ma in altre circostanze si avverte un'esasperazione degli animi che non è minimamente giustificata. A Palermo, Cavani e Bertolo sono aggrediti da teppisti in motocicletta proprio il giorno in cui i rosanero tornano alla vittoria sul Cagliari. A Roma, l'arbitro Rizzoli è costretto ad interrompere per due volte e per sette minuti il «derby» per l'idiozia di un gruppo di pseudo-tifosi che si divertono a sparare bombe-carta; e purtroppo sul finire della partita Totti, di solito correttissimo e bonario, urla ai giocatori laziali: «Vi mando in B!». A Siena il bersaglio è Persichetti, per ragioni di mercato; ma è a Genova che si consuma la scena più volgare: i due presidenti Preziosi e Ghirardi si prendono a malparole, dandosi del ladro e minacciando di prendersi a calci, mentre Panucci, l'ex terzino della Roma passato quest'anno al Parma ma in lite col Genoa, aggredisce Preziosi promettendogli di rompergli la testa con i giocattoli che il dirigente ligure produce con grande successo. La verità è che l'avvento del calcio-spettacolo con TV in diretta ha addensato sui nostri club, in cambio di opulenti diritti, un calendario demenziale che impone di giocare ogni tre giorni, in qualunque ora, per campionato, coppe, nazionali nostre o dei nostri ospiti, tornei intercontinentali e mondiali. Si viaggia spesso, ci si chiude in melanconici ritiri, si forzano muscoli e nervi procurandosi infortuni gravi e lunghissimi da curare. Pareva che in tanta follia, un'iniziativa esemplare fosse venuta da Pillon, l'allenatore dell'Ascoli, che aveva favorito gli avversari facendoli segnare un gol per pareggiare una rete segnata dai suoi mentre un giocatore della Reggina era a terra, infortunato. Assediati dai loro tifosi, furibondi piuttosto che ammirati, l'allenatore e i suoi son dovuti rimanere due ore negli spgliatoi prima di tornar liberi. Ha commentato Pillon. «È un mondo profondamente diverso, rispetto a venti, trent'anni fa. Il clima si è deteriorato».

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