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Alessia Filippi, l'oro di Roma

Alessia Filippi vince l'oro

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Alessia Filippi è l'oro di Roma. Dopo aver adottato, coccolato ed incitato una meravigliosa Federica Pellegrini, il pubblico della capitale accoglie la sua figlia prediletta tra le corsie familiari dello Stadio del Nuoto e sogna di spingerla lassù, dove non è mai arrivata. La ventiduenne di Torbellamonaca si fa trasportare dalla sua gente e la finale dei 1.500 sl diventa un'emozione lunga 15 minuti 44 secondi e 93 centesimi, un'impresa che dura abbastanza per essere assaporata lentamente, per restare impressa nella memoria, fino all'epilogo sognato, con la Filippi che sale sul tetto del mondo, alza il dito e sembra toccare il cielo. L'aveva detto Alessia, «in finale vedrete un'altra Filippi, voglio l'oro». Ha avuto ragione lei ma perdonerà tutti coloro che hanno visto la Filippi di sempre, meravigliosamente uguale a se stessa, forte nella testa e nelle gambe, inarrivabile per talento ed eleganza. Il film del suo 1.500 sl ha una sceneggiatura da Oscar, c'è l'allungo immediato della danese Friis, il ritmo sostenuto della romena Potec e c'è la Filippi che le fa andare. Ai 500 metri, un terzo di gara, tutto lo stadio trattiene il respiro perché la Friis continua a spingere e la Potec non accenna a rallentare. Alessia è cauta, recupera poco alla volta e a metà gara si mette in coda alle due di testa. La forbice si stringe, la Filippi è un moto perpetuo e la fatica sembra darle vigore, così come il sostegno incondizionato del suo pubblico che al tocco ai 1000 metri esplode perché Alessia è prima. E questa la svolta della gara e lei la racconta così: «Ho fatto la gara perfetta e sono a dir poco sbalordita. Davanti al mio pubblico volevo emozionare ed emozionarmi, e l'ho fatto. Questa medaglia la volevo, ai mille metri mentre nuotavo me lo sono detta , c'era la Friis davanti e sono andata a prenderla». Alessia fa il suo dovere, prende la danese e comincia a battagliare con la linea rossa del record del mondo che, alla fine, è l'unica ad avere la meglio sull'azzurra. Il suo crono, 15'44”93, vale una medaglia d'oro senza precedenti e il primato dei campionati. L'avevamo già vista vincere ed esultare ma lei continua a giurare che, a cominciare da ieri, sarà tutto diverso. «Questi per me sono stati tre anni un po' particolari, ora sono molto più determinata. C'è una nuova Alessia e riparte da quest'oro, ho obiettivi più grandi da qui all'Olimpiade. Prometto di dare il massimo come non ho mai fatto nella mia vita». Sorride la nuova Alessia, sale sul gradino più alto del podio, si mette l'oro al collo e, con la mano sul cuore, canta l'inno di Mameli. Al di là delle dichiarazioni sembra sempre lei ma poi si svela, spiega cosa c'è di diverso, chiarisce al mondo cos'è che vuole fare da qui in avanti. «Voglio fare la storia». Allora è vero, Alessia ha cominciato da ieri.

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