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«Evento storico»

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Un successo, una svolta epocale per il calcio italiano. Il presidente della Lazio Claudio Lotito non ha dubbi su quali siano i vantaggi che la scissione in atto all'interno della Lega Calcio porterà da qui al prossimo futuro secondo quanto si sta prospettando. «La separazione della serie A dalla serie B è un evento storico». E adesso che succede? «Si va avanti spediti. Abbiamo sottoscritto la Lega di Serie A sulla falsa riga della Premier League inglese. Insomma diciamo che anche se con largo posticipo il calcio italiano ha iniziato a incrementare i valori di un brand attraverso le competizioni che hanno più appeal. Abbiamo dato mandato a Beretta di attivare questa procedura, di rappresentarla e di fare il presidente di un comitato di lavoro, da lui coordinato, che inizierà a lavorare in questa direzione». Da subito? «E certo, per poter essere pronti a partire con la nuova Lega di serie A già dal luglio del 2010». Quindi non siamo di fronte alla classifica forzatura per riaprire un tavolo delle trattative con la B e farla scendere a patti? «No, tutt'altro, questo è l'inizio di una nuova era del calcio. Non è una forzatura strumentale, è tutto l'opposto. Anzi loro si sono resi conti che è stato l'epilogo logico di una situazione già da tempo matura». Sicuro che non ci sarà a breve un passo indietro? «I proponimenti espressi dalle società di A all'interno del regolamento e non su un tavolo qualsiasi, sono stati ratificati dall'assemblea. Del resto la Figc prevede una o più leghe...». Ma la serie B ha parlato di un atto di forza. «Era una cosa preannunciata da tanto tempo. Oggi (ieri, ndr) la situazione che ha fatto scaturire questa scelta è stata la necessità delle squadre di serie A di fare delle scelte strategiche ai fini di trovare ricavi. La serie B doveva assumere una posizione più collaborativa. Uno dei motivi di rottura è stata l'incompatibilità di interessi per il quale 19 squadre su venti hanno votato a favore». C'entrano anche gli stadi di proprietà? «Ovvio, perché il calcio italiano ha bisogno di innovazione, degli stadi funzionali realizzati in altre nazioni e che hanno consentito al calcio di questi Paesi di essere competitivo». Spieghi prego. «Dobbiamo affrancarci dalla dipendenza dei diritti televisivi, oggi le società di calcio hanno una scarsa capitalizzazione perché rappresentata dal valore patrimoniale dei giocatori». Con lo stadio di proprietà di quanto cambierebbero i ricavi? «Di tanto, anche nell'ordine dei 100 milioni di euro all'anno e questo può rendere un club più competitivo».

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