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PETRUCCI È pronto ad esplodere

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DiDavide Petrucci si parlato a lungo nel maggio scorso, quando dopo sette stagioni nelle giovanili della Roma, il forte centrocampista classe '91 ha detto sì all'offerta faraonica del Manchester United, rifiutando il contratto da professionista che troppo tardi a Trigoria si erano decisi ad offrirgli. Pilastro delle nazionali giovanili, per anni considerato insieme a Marco D'Alessandro il talento più cristallino del vivaio di Trigoria, Petrucci era stato voluto alla Roma da Bruno Conti, i cui collaboratori l'avevano scovato durante un'amichevole tra i '90 giallorossi e quelli del San Basilio, la squadra del quartiere in cui Davide è cresciuto. Subito battezzato come nuovo Totti dagli inglesi, in realtà Petrucci ricorda più Alberto Aquilani rispetto all'attuale capitano giallorosso: visione di gioco, movenze eleganti, intelligenza tattica superiore e grande capacità di calcio sono infatti le sue caratteristiche peculiari, insieme a una propensione innata al gioco offensivo, che l'ha portato lo scorso anno a realizzare 14 gol in 19 gare con gli allievi di Andrea Stramaccioni, tecnico determinante per la sua maturazione. Non è un caso, dunque, che a Manchester stiano tentando di trasformarlo in una seconda punta, facendolo lavorare molto sulla velocità. Come l'amico Macheda, con il quale ha spesso fatto coppia in attacco, dopo i primi mesi con l'Under 18 anche Petrucci si è guadagnato la promozione nelle Reserves, oltre agli apprezzamenti di mostri sacri come Giggs e Scholes. A Manchester, Davide abita in una bella casa con due genitori «adottivi» e a scuola ha un insegnate personale che l'aiuta con l'inglese. Papà Stefano e mamma Patrizia, rimasti a Roma con il figlio minore Danilo, gli fanno visita ogni mese a spese dello United, che cura nel dettaglio la crescita dei suoi baby talenti, cercando di farli sentire parte di una grande famiglia. I giocatori, da quelle parti, si fanno anche così.

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