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UDINE «Avevo un polso grosso così, che dolore e che paura: ...

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Quella d'azzurro è così forte che al momento di lasciare l'ospedale di Gorizia dove è stato operato, il centrocampista non ha esitato a lanciare un messaggio esplicito a chiunque voglia alimentare una polemica club-Nazionale: «Io all'azzurro ci tengo tantissimo: la prossima volta voglio esserci. Farò la guerra a chi non mi vuole mandare in azzurro». Il Milan è avvertito, anche se Gattuso ha chiarito di aver parlato al telefono con Ancelotti e Galliani, senza problemi: «L'allenatore è dispiaciuto, ma il Milan i giocatori di centrocampo li ha, da Ambrosini a Flamini», ha ricordato il calciatore. È un mettere le mani avanti quello del campione del mondo, a chi gli chiede se l'infortunio non riaccenderà le polemiche su assicurazioni e rimborsi, oltrechè sull'impiego dei calciatori in Nazionale. «Ho fatto la parte del pirla. Anzi, no: sono caduto come una pera cotta. Mi chiameranno Fantozzi? Pazienza», ha scherzato. Gattuso, operato domenica sera dal medico azzurro Enrico Castellacci, al suo risveglio dall'anestesia totale nella stanza numero 8 come la sua maglia ha ritrovato la moglie Monica. «È andata bene, c'è di peggio nella vita», il suo primo commento, ribadito stamattina all'uscita dall'ospedale. «Un mese fermo? Non lo so, lasciamo passare una settimana e sarà tutto a posto», ha detto con il solito ottimismo, i telefonini di qualche infermiere puntati per una foto e il braccio sinistro ingessato. «Ieri è venuto a trovarmi Lippi. Arrabbiato? E certo, gli ero franato addosso nella buca della panchina», ha scherzato. E Galliani smonta la polemica su un infortunio che priverà il Milan di uno dei suoi giocatori fondamentali: uno di quelli al momento più in palla. «Nessuno del Milan si è sognato nè si sognerà mai di impedire a Gattuso o a qualsiasi altro giocatore di andare in Nazionale» ha detto l'amministratore delegato del Milan.

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